“Le mie ultime esternazioni a mezzo stampa avevano un preciso obiettivo: lanciare un appello a tutti gli imprenditori entusiasti di sposare la causa del Catania insieme a me. Per la prima asta, purtroppo, solo il 7 febbraio sono stato informato della rinuncia degli investitori milanesi, profili coi quali stavamo elaborando un progetto serio e coinvolgente”. A parlare è Francesco Russo Morosoli, vicino a rilevare il sodalizio di via Magenta, in un futuro sempre più incerto per il club rossazzurro che rischia l’esclusione dal calcio professionistico.
“Riorganizzarsi non è stato semplice e oggi di tempo ce n’è davvero poco – dice l’imprenditore e prosegue -. Sono disponibile a qualsiasi interlocuzione con imprenditori decisi e felici di esserci.
Guardando al passato solo per un momento, ho il rammarico che la SIGI nel luglio del 2020 non mi abbia dato il 51%. Avevo messo a budget 14 milioni di euro (solo uno in meno della cordata dei 4 imprenditori portati da Tacopina). Dopo l’indifferenza del presidente del CdA di SIGI questo budget è stato destinato ad investimenti importanti nel turismo, alle Gole dell’Alcantara e per il riammodernamento di Funivia dell’Etna”.
La seconda asta fissata dal Tribunale di Catania è la nuova occasione per restituire immagine e serenità alla città. “Molti tifosi rossazzurri – spiega l’imprenditore – ritengono che in questo momento l’acquisto del club di Via Magenta sia realizzabile con un costo irrisorio. In valore assoluto è vero, ma è il progetto sportivo quello che conta veramente.
“Una cosa dev’essere chiara a tutti – prosegue Morosoli-, per l’affiliazione alla Figc ci vuole una fideiussione di 12 milioni di euro, poi bisogna completare l’attuale stagione e in seguito stanziare 6-7 milioni per la successiva. Puntando subito alla serie B. Inoltre, bisogna integrare la provvista relativa alle minus valenze e porre rimedio ai debiti sportivi pregressi. Andiamo ben oltre i 20 milioni di euro.
Ho l’imprescindibile responsabilità di salvaguardare la mia holding – conclude -, ma questo non mi impedisce di esserci e fare la mia parte. Non sarebbe serio da parte mia comprare da solo il Catania. Per tale ragione chiamo a raccolta le forze produttive della città. Cerco imprenditori forti, decisi, felici di esserci”.