La nuova cittadella giudiziaria di Catania potrebbe non essere completata entro i termini previsti. La notizia, appresa dal Quotidiano di Sicilia da fonti qualificate, riguarda uno dei più importanti cantieri attualmente aperti nel capoluogo etneo ed è destinata a riaccendere le polemiche su un’opera che, negli ultimi anni, ha diviso l’opinione pubblica. Da una parte chi ha salutato con entusiasmo l’idea di accorpare sul lungomare buona parte degli uffici giudiziari attualmente sparsi per la città, dall’altra quanti avrebbero voluto che dall’abbattimento dell’ex palazzo delle Poste si ricavasse uno spazio pubblico senza nuove colate di cemento.
Il cantiere, avviato ad agosto 2022 dopo un rallentamento dovuto a un ricorso al Tar presentato dall’impresa arrivata seconda in graduatoria, è andato avanti a ritmi diversi e senza particolari battute d’arresto. Tuttavia, adesso, sarebbero più di uno i motivi che potrebbero mettere a rischio il completamento della cittadella entro settembre del prossimo anno, data prevista dal cronoprogramma per la conclusione della costruzione.
All’origine di tutto ci sarebbe una serie di criticità nell’esecuzione di quanto previsto dal progetto. O meglio la difficoltà di riuscire a far sì che ciò che è stato previsto in fase progettuale venga realizzato con le somme stanziate: l’appalto è stato aggiudicato, nella primavera di due anni fa, all’impresa Ingegneria Costruzioni Colombrita per il valore di circa 25 milioni e mezzo di euro. A tale cifra si è arrivati in seguito al ribasso del 18,33 per cento proposto in fase di gara. Tuttavia, una volta avviato il cantiere, ci si sarebbe accorti che potrebbe non essere sufficiente a garantire il rispetto delle particolari prescrizioni contenute nei documenti progettuali.
“Si tratta di un progetto molto complesso, un edificio concepito con tecnologie particolari che prevedono l’utilizzo di particolari sistemi per ammortizzare gli effetti di eventuali sismi”, commenta una fonte al QdS. Ad avere redatto il progetto è stato un raggruppamento temporaneo di professionisti di cui fa parte lo studio associato Cibinel-Laurenti-Martocchia e che ha visto il contributo anche dello studio catanese Stancanelli. “Secondo l’impresa esecutrice, alcune tavole progettuali non sarebbero affinate così come ci si sarebbe attesi e questo starebbe creando problemi nei lavori”, conferma la fonte.
A seguire i lavori, nelle vesti di stazione appaltante, è il Genio civile di Catania. Il progetto, che vinse la concorrenza di diverse decine di altre proposte, risale al tempo in cui a guidare gli uffici di via Lago di Nicito era Natale Zuccarello, l’ex ingegnere capo poi arrestato nel blitz Genius e che in seguito ha patteggiato una pena per corruzione nell’ambito dell’affidamento di lavori di manutenzione su strade e corsi d’acqua. Oggi invece a rivestire il ruolo di responsabile unico del procedimento è l’ingegnere capo Gaetano Laudani. Proprio Laudani, stando a quando risulta al QdS, in questi mesi avrebbe raccolto le lamentele da parte dell’impresa Colombrita.
A dicembre scorso, il Genio civile ha approvato una perizia di variante del valore di circa due milioni di euro che andrà a integrare le maggiori spese sostenute per l’aumento dei costi di alcuni materiali ma anche per la scoperta di un quantitativo di rocce nell’area sottostante l’ex palazzo delle Poste che sarebbe di gran lunga superiore a quella prevista e derivante dai saggi eseguiti nella fase precedente alla redazione del progetto. Le rocce, inoltre, sarebbero risultate anche più resistenti a quello che ci si sarebbe aspettati.
Nonostante la decisione di incrementare le somme a disposizione dell’impresa, il rischio di non vedere completata la cittadella entro settembre 2025 rimarrebbe. A ciò si aggiunge un altro dato: per quanto né il Genio civile né i privati vogliano parlare di frizioni in corso, il Quotidiano di Sicilia ha verificato la notizia secondo cui l’impresa ha iniziato a mettere nero su bianco – tramite quelle che nel mondo degli appalti vengono definite “riserve” e che possono costituire la base per un futuro contenzioso – ciò che, a proprio dire, non starebbe andando per il verso giusto.
Sul fronte opposto, invece, il Genio civile – e di conseguenza l’assessorato regionale ai Lavori pubblici – non avrebbe mancato di ricordare ai titolari di Ingegneria Costruzioni Colombrita come la gara d’appalto sia stata indetta con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa. Ovvero quella modalità che premia non soltanto il ribasso economico, ma anche le migliorie tecniche proposte al progetto. La cui conoscenza nei dettagli, dunque, la si dà per assodata già nel momento in cui si decide di partecipare alla gara.