Calcio

Catania confuso e infelice. Critiche e contestazioni: nel mirino oltre a Tabbiani c’è Grella

Dodici punti in dieci partite, quattro sconfitte stagionali (tre in casa), appena nove gol segnati (secondo peggior attacco del girone). Questi i numeri del disastroso avvio di campionato del Catania. Se la stagione era iniziata con sullo sfondo il grande entusiasmo della tifoseria (quasi 14mila abbonamenti venduti), adesso quell’entusiasmo si è trasformato in rabbia e delusione.

I tifosi si sentono “traditi” da una gestione societaria che ha consegnato finora risultati nettamente al di sotto delle aspettative e, soprattutto, che si è chiusa in un silenzio difficile da interpretare. Poi c’è la questione Luca Tabbiani: l’allenatore, ormai sfiduciato dall’ambiente e pesantemente contestato, sembra sia stato confermato, almeno per il momento, alla guida della squadra. Un’altra decisione difficilmente spiegabile.

Sprofondo Catania

Se i numeri prima elencati fotografano il rendimento della truppa di Tabbiani, non bastano a descrivere l’involuzione di cui si è resta protagonista la squadra in queste ultime giornate. Non c’è, infatti, alcun accenno di miglioramento: la condizione atletica è deficitaria, mentre gli infortuni tolgono risorse tecniche da sfruttare.

I difetti rimangono gli stessi: incapacità di convertire in rete le occasioni create o di volgere gli episodi a proprio favore (vedi rigore ieri sbagliato da Chiricò), difficoltà nel contenere le ripartenze avversarie e nel recuperare da una situazione di svantaggio, una certa fragilità di fondo e l’impressione che la squadra non possegga al momento le caratteristiche base per fare un campionato importante (mancano solidità, pragmatismo e personalità). Un quadro a tinte fosche che, in altre piazze, avrebbe già condotto al cambio di allenatore. Circostanza che però a Catania non si è ancora verificata.

La società nel mirino

Le celebrazioni, i festeggiamenti allo stadio, i giri in città con pullman scoperto sembrano già appartenere ad un’altra epoca. Nel mirino della tifoseria ora c’è la dirigenza: la credibilità conquistata nel primo anno a Catania è ora, agli occhi dei tifosi, pesantemente in discussione.

E non solo per la scelta di puntare su Tabbiani come allenatore (gli errori nel calcio ci stanno), quanto soprattutto per questa sensazione di immobilismo, per questa volontà di continuare a puntare su di un progetto tecnico che, fin dalle prime battute, non ha mai dato i frutti sperati. Ieri allo stadio c’erano i vertici del club al completo, ma né dal presidente Rosario Pelligra né dal vice presidente Vincenzo Grella sono arrivati commenti sul momento del Catania. In conferenza stampa è andato ancora una volta Tabbiani a dare delle spiegazioni che, però, in questo momento non competono solo a lui.

E adesso?

Il Catania è atteso dal recupero della gara con il Brindisi, altro match delicato perché, tra le altre cose, le due squadra sono distanziate di appena due punti. Poi ci sarà la trasferta di Potenza. Il momento è complicato, l’esigenza di invertire la rotta più forte che mai. Catania osserva, delusa e ferita