Catania

Coronavirus, Catania, “si rischia la disobbedienza di massa”

CATANIA – La violenza sociale. Lo scollamento civile dovuto alla profonda crisi, sanitaria ed economica. È lo scenario possibile che la grave emergenza in atto potrebbe scatenare a breve. I segnali ci sono anche a Catania, dove si sono già registrati momenti di tensione in alcuni supermercati che hanno richiesto, in qualche occasione, l’intervento delle forze dell’ordine. Che stanno lavorando assiduamente, da un lato, per controllare il territorio e chi, in disprezzo del decreto del Presidente del consiglio Conte, continua a uscire di casa, e dall’altro per vigilare sulla sicurezza di tutti, per fare in modo che la crisi non diventi rabbia e che questa non sfoci in violenza.

Forze dell’ordine che, forse come mai prima di oggi, necessitano di mezzi, uomini e dispositivi di protezione, soprattutto in considerazione del fatto che, stando alle notizie di stampa, le restrizioni dureranno ancora a lungo. Con tutte le conseguenze del caso. Come spiega Tommaso Vendemmia, segretario provinciale del Siap, il sindacato degli appartenenti alla polizia.

“Le forze di polizia sono chiamate a correggere i comportamenti di taluni che non hanno ancora compreso il pericolo – afferma Vendemmia. La situazione non è di breve durata e la serrata degli esercizi commerciali per fermare i contagi non si volgerà nel breve periodo. La Polizia di Stato a Catania – prosegue – sta impegnando gran parte delle proprie risorse per far rispettare i divieti, una battaglia che sarà vinta da noi tutti anche a fronte delle scarsissime risorse oggi disponibili a causa dei tagli del personale e dei mezzi”.

Una sorte condivisa con altre categorie, sottolinea il sindacalista, in prima linea nella gestione dell’emergenza: medici, infermieri, vigili del fuoco. Vendemmia lamenta la “scarsità di dispositivi di protezione” evidenziando come “anche la polizia catanese ha i suoi uomini e donne in quarantena. Stiamo passando dalla fase di controllo alla fase più critica – incalza – quella della probabile disobbedienza di massa e della disperazione. Non vorremmo che, come sempre, la rabbia sociale sia solo un problema della Polizia”.

Da qui l’appello al Presidente della Regione, Nello Musumeci. “Bisogna creare centri di distribuzione di generi di prima necessità – prosegue il segretario del Siap. Centinaia di famiglie a breve saranno allo stremo e non si potrà poi lasciare come al solito la parola alla Polizia. L’apparato sta immettendo tutte le risorse disponibili per la prevenzione e repressione dei reati che i soliti sciacalli stanno commettendo a danno dei cittadini – aggiunge – ed è questo il compito di noi poliziotti: far rispettare le leggi e salvaguardare la sicurezza di tutti”.

“Ma – conclude – speriamo che le istituzioni mettano sul tavolo le risorse per aiutare le famiglie disagiate che nella nostra terra sono tante e saremo anche noi pronti a fare la nostra parte”. A rischio, come sottolineato da molti economisti, anche sulle pagine di questo giornale, ci sono centinaia di famiglie.