CATANIA – Una richiesta avanzata dal capogruppo del Misto, Graziano Bonaccorsi, esponente del Movimento 5 Stelle, e sottoscritta da tutti i consiglieri dell’opposizione e da alcuni consiglieri di maggioranza. Domani mattina, il Consiglio comunale di Catania affronterà in una seduta straordinaria il Progetto di risanamento del quartiere San Berillo e, nello specifico, di corso Martiri della Libertà che, sebbene siano passati oltre 50 anni, ancora fatica a vedere la luce e che, negli ultimi tempi e soprattutto dopo l’avvio di alcune opere propedeutiche all’apertura dei cantieri, si è impantanato. È stato lo stesso sindaco Enrico Trentino a parlarne, nella relazione del primo anno di mandato; come riportato anche sulle pagine del Quotidiano di Sicilia, il primo cittadino aveva evidenziato la volontà del Comune di sbloccare un impasse che dura ormai da tempo.
“Si tratta di aree private su cui il Comune non può intervenire se non espropriando”, aveva ricordato all’aula Trantino, parlando di un possibile nuovo proprietario con cui incontrarsi per capire le intenzioni. “Io non escludo – aveva aggiunto – che si possa intavolare una trattativa per vedere d’acquistare l’area”. Insomma, molti condizionali e poche certezze, che hanno spinto il consigliere Bonaccorsi a richiedere il Consiglio straordinario. “Nasce dal fatto che, dopo l’interrogazione su Corso Martiri non abbiamo saputo più nulla – spiega l’esponente del senato cittadino -. Non sappiamo che intenzioni abbiano i privati, se hanno versato la fideiussione, se intendano realizzare il parcheggio. Troppi interrogativi senza risposta – aggiunge – per questo, abbiamo deciso di discutere apertamente di questa parte della città, vorremmo sapere se l’accordo sottoscritto con il Comune è stato rispettato e, in generale, cosa si intende fare per l’area”.
Sulla questione interviene anche l’associazione Volerelaluna che, in un lungo comunicato stampa ricostruisce l’iter della vicenda partendo dal 2012, anno della firma della famosa convenzione, poi rinnovata nel 2022, tra Comune e privati, e della presentazione del progetto dell’architetto Cucinella. Secondo l’associazione, il motivo per cui i privati non starebbero andando avanti con quanto previsto dalla convenzione, sarebbe da addebitare al fatto che “dodici anni di ricerche non sono bastati per trovare investitori disponibili a comprare i loro terreni e poi costruire secondo le previsioni del progetto – scrivono i rappresentanti -. Per altro verso, rischiavano di dovere adempiere a un obbligo molto gravoso: la realizzazione di un parcheggio multipiano che, secondo la convenzione, sono obbligati a realizzare a loro spese in piazza della Repubblica, e cedere gratuitamente al Comune, come condizione indispensabile per potere ottenere i permessi di costruire per le altre opere previste nel progetto”. Parlano di “conclamata impossibilità di avere un ritorno economico piazzando i terreni sul mercato immobiliare”, il che spingerebbe i proprietari dei terreni a “tenere inutilizzate, ormai consegnate al degrado, vaste aree nel centro cittadino in attesa di tempi migliori”.
Da qui, la proposta avanzata all’amministrazione per “liberarsi” dei vincoli della convenzione e “avviare con i proprietari dei terreni una trattativa per giungere a una modifica degli accordi precedenti”. “Se il Comune rinuncia all’indennizzo che gli spetterebbe per l’inadempienza contrattuale dei privati (per non aver realizzato il parcheggio in piazza della Repubblica n.d.a.) – sostiene l’associazione – il valore del parcheggio multipiano che non si realizza (probabilmente vicino ai 20 milioni di euro) dovrebbe essere conteggiato come un debito dei proprietari dei terreni a favore del Comune. Il valore totale dei terreni di proprietà privata in quella zona, tenendo conto dell’attuale situazione di crisi del mercato immobiliare, non sarebbe di molto più alto di quel debito – aggiungono -. Questo giustificherebbe una transazione in cui i privati possano realizzare alcune opere di loro interesse e cedere, per perequazione, i restanti terreni al Comune”.
Insomma, secondo Volerelaluna, di fronte all’inadempienza dei privati, e per evitare che la situazione si protragga fino alla scadenza della convenzione, nel 2032, il Comune potrebbe cedere parte dell’area ai privati – che così potrebbero realizzare opere economicamente sostenibili – diventando proprietario delle restanti e potendone così disporre per opere di pubblica utilità. “L’accordo consentirebbe ai privati di avere un ritorno economico realizzando alcune opere di loro interesse (ad esempio, quelle da loro stessi già indicate in alcune conferenze di servizi negli anni passati: albergo e stazione autolinee) – concludono – e al Comune di ottenere la proprietà dei restanti suoli su cui, finalmente, poter programmare la sistemazione urbanistica della zona”.