Catania

Covid, l’altra emergenza è nella spazzatura dei contagiati

CATANIA – Costretti a casa da settimane e, in molti casi, costretti a convivere con la spazzatura prodotta e accumulata da giorni senza che qualcuno vada raccoglierla. Scoppia il caso della raccolta dei rifiuti prodotti dai cittadini in isolamento domiciliare perché affetti da Covid-19: la ditta incaricata dall’Asp non riesce infatti a coprire tutte le utenze, rendendo necessaria una nuova gara d’appalto.

Lo scrive nero su bianco la stessa azienda provinciale. “In merito alle criticità osservate e segnalate dai cittadini, relative al servizio di raccolta, trasporto e smaltimento dei rifiuti provenienti dalle abitazioni dove soggiornano soggetti positivi al tampone, in isolamento o in quarantena obbligatoria (utenze di tipo A) – si legge nella nota – l’Asp di Catania, visto l’andamento epidemico e la crescita esponenziale della curva dei contagi e preso atto dell’impossibilità dell’azienda specializzata, in atto incaricata di fronteggiare l’intero fabbisogno, considerato proprio il cospicuo numero di utenze da servire, ha indetto, secondo le disposizioni regionali, una nuova gara i cui termini, per la ricezione delle offerte, scadranno il prossimo 18 novembre”.

Oggi dunque si dovrebbe conoscere l’esito della gara che, nei prossimi giorni, dovrebbe portare l’assegnazione del servizio. Nel frattempo, però, spetterà ai Comuni ottemperare. Un obbligo contestato dai sindaci della Città metropolitana di Catania che, capitanati dal primo cittadino di Sant’Agata Li Battiati, Marco Rubino, hanno scritto una lettera indirizzata al presidente della Regione, Nello Musumeci, e all’assessore alla Salute, Ruggero Razza, per rappresentare il problema che acuisce i tanti scoppiati con la pandemia.

“Di comune intesa con i colleghi sindaci, che insieme a me sottoscrivono la presente, con riferimento all’oggetto rappresentiamo quanto segue – scrive Rubino. Si prende atto del contenuto delle note provenienti da Asp per contestarle integralmente, con riferimento alla raccolta dei rifiuti delle utenze di tipo “A”. Rubino parla di “un errore di valutazione sulla quantificazione del numero di ritiri dei rifiuti delle utenze di tipo A, prodotti dai soggetti risultati positivi al Covid-19” e del “numero di ritiri necessario a fronteggiare l’emergenza”, stigmatizzando la decisione di fare carico “ai sindaci della Città Metropolitana, del servizio stesso a fronte di una totale mancanza di fondi e di una assoluta urgenza di provvedere”.

Il caso è stato evidenziato in occasione dell’incontro con l’assessore Razza dello scorso 9 novembre: in quell’occasione alcuni primi cittadini avevano evidenziato alcune criticità della gestione della pandemia. Timori rappresentati nuovamente nella lettera. “Nel contempo – prosegue la missiva – (i sindaci) esprimono il fondato timore che il conseguente disagio si aggravi in maniera irreparabile qualora la procedura selettiva non si concluda in tempi brevissimi”.

La preoccupazione, dunque, è che la patata bollente resti nelle mani dei primi cittadini. “Pur nella consapevolezza dei contenuti dell’ordinanza regionale, non può non rilevarsi come la medesima non tenga in considerazione la situazione già gravosa ricadente sui comuni, mentre dal punto di vista operativo si rileva che tempi di selezione si allungherebbero ulteriormente, con grave repentaglio della salute pubblica, qualora, come paventato, il servizio dovesse malauguratamente essere ribaltato sui comuni – si legge ancora. Per tutto quanto sopra esposto, noi sindaci, declinando ogni responsabilità, chiediamo che l’Asp, sotto la vigilanza della Regione, provveda a concludere la procedura selettiva in tempi rapidissimi, essendovi l’impossibilità di procedere ad analoga procedura da parte dei comuni interessati”.

“Chiediamo, inoltre – concludono i sindaci – alle Autorità Regionali di intervenire con fermezza per una risoluzione definitiva del problema sopra esposto, con una stima realistica delle necessità di raccolta e smaltimento dei rifiuti prodotti dalle utenze di tipo ‘A’, in funzione di salvaguardia della salute pubblica”.