CATANIA – Mamme e papà contro le decisioni del governo Musumeci in materia di scuola, da Catania parte la protesta. Sono oltre 70 le famiglie che si sono unite contro l’ordinanza n°5 del Presidente della Regione che lo scorso 8 gennaio ha impedito il ritorno alla scuola in presenza di migliaia di bambini siciliani. Un’azione promossa da Barbara Privitera e Lucia Murabito di Catania Family Lab, alla quale hanno aderito in tanti.
“Dopo esserci consultati con i nostri legali – afferma Privitera – abbiamo deciso di procedere facendo quello che sappiamo fare meglio: rete. Abbiamo raccolto le adesioni e avviato una raccolta fondi”, spiega Lucia Murabito. “Siamo famiglie normali e le spese di un ricorso al Tar non sono bazzecole. Ma grazie al supporto di oltre 70 famiglie siamo riusciti nell’intento”.
Sono due i ricorsi presentati tramite gli avvocati Rocco Todero, Giovanni Pappalardo, Gianfranco Fidone e Giuseppe Vitale: uno che si concentra sui procedimenti relativi alla primaria e il secondo per quel che riguarda, invece, le scuole secondarie.
“Il diritto alla scuola è innegabile – prosegue Privitera – non ci stancheremo mai di ripeterlo. E se anche nelle zone rosse esso viene garantito e se il governo nazionale sembra voler tornare indietro sui suoi passi riguardo la Dad, non potevamo accettare che i più piccoli dei nostri figli ne venissero privati”.
Anche la politica chiede a Musumeci di ripensare alla scuola, riaprendo alle attività in presenza. La deputata del M5S Simona Suriano ha chiesto al presidente della Regione di prevedere la riapertura delle scuole elementari per consentire l’attività didattica in presenza alla luce dei tanti problemi, di alunni e famiglie, con la didattica a distanza. “La scuola è una delle grandi emergenze del Paese ma non può essere usata per fare prove di forza muscolari – dice Suriano. Già decine di famiglie siciliane hanno presentato ricorsi al Tar contro la chiusura delle scuole imposta da Musumeci e mi sento vicina a loro” – prosegue.
La deputata evidenzia le difficoltà per moltissime famiglie di conciliare casa, lavoro e didattica a distanza. “Da madre di una bimba capisco benissimo le difficoltà dei genitori: io pur lavorando lontano da casa sono una privilegiata in questo senso ma penso alle coppie dove lavorano entrambi i coniugi, che non hanno nonni o parenti a cui affidare i figli, e che sono costrette a perdere giornate lavorative. Penso ai piccoli alunni devastati dalla mancanza di socialità e dal contatto con i loro pari età e con gli educatori, penso alle difficoltà delle maestre che nonostante tutto stanno portando avanti un lavoro mirabile. Per questo – conclude – mi appello alla sensibilità del governo regionale e chiedo di predisporre, da lunedì, la riapertura delle scuole e elementari e superiori come organizzato dalla ministra Azzolina”.