CATANIA – Non bastano le telecamere per fermare l’ingresso dei motorini. Gli occhi elettronici a presidio della Zona pedonale di San Giovanni Li Cuti non sono sufficienti per fermare l’inciviltà – e il senso di impunità assoluta che spesso la accompagna – da parte dei soliti furbetti, o “sperti”, dato che siamo a Catania. Accade quindi che, da quando il borgo marinaro è protetto dalle telecamere di videosorveglianza, in molti abbia studiato il modo di fregarsene delle regole – e delle leggi – e passare ugualmente con lo scooter coprendo la targa del mezzo con una maglietta o un indumento. La pratica della copertura della targa sembra sia all’ordine del giorno, nonostante farlo rappresenti una palese violazione del codice della strada.
Fatta la legge, trovato l’inganno, si dice. Ma in questo caso i furbetti potrebbero avere le ore contate. “Agenti in borghese a stanare i furbetti”. È quanto assicura il comandante della polizia municipale di Catania, Stefano Sorbino. “Occorrerebbe posizionare una pattuglia fissa – commenta amaro – il che renderebbe inutile la videosorveglianza. Purtroppo, come sanno tutti, siamo numericamente pochi e non abbiamo i mezzi. Ciò non toglie che intendiamo contrastare questo fenomeno – prosegue – e utilizzeremo personale in borghese”.
Quella di San Giovanni Li Cuti è la prima zona del capoluogo etneo a diventare ufficialmente AP (Area Pedonale) controllata elettronicamente; i tratti controllati, come specificato nell’ordinanza comunale, sono quelli situati all’altezza del viale Ruggero di Lauria (nei pressi del civico n.18, lato Est, all’incrocio con via San Giovanni Li Cuti) e all’altezza della piazza del Tricolore (carreggiata Sud, lato Sud, all’incrocio con via San Giovanni Li Cuti). Due telecamere sono state posizionate in questi tratti e sono visionate costantemente dal Comando della Polizia Municipale, con il compito di controllare e sanzionare eventuali trasgressori.
Scendendo in piazzetta, poi, sono altre le forme di inciviltà che si consumano all’interno del borgo marinaro. La fontanella pubblica viene infatti spesso usata per pulire le imbarcazioni e i pedalò a noleggio all’interno del porticciolo, proprio lì dove una delle attività era stata sequestrata dalla polizia un mese fa, perché priva di autorizzazioni o licenze.