CATANIA – “In controtendenza con l’andamento più recente, il primo semestre del 2023 ha registrato un repentino calo della vitalità di un mercato che l’anno scorso ha superato le quattromila compravendite, raggiungendo il picco di transazioni degli ultimi 14 anni. Il perdurare di elevati livelli di inflazione, l’inasprimento dei tassi sui mutui e l’adozione da parte degli istituti di credito di criteri di affidamento più restrittivi sono le principali ragioni che hanno causato un raffreddamento dell’interesse di parte delle famiglie catanesi per gli immobili ad uso residenziale”.
È quanto emerge dal 2° Osservatorio sul Mercato Immobiliare 2023 di Nomisma.
La restrizione delle condizioni di accesso al credito ha precluso anche a Catania l’accesso al mercato residenziale soprattutto alle fasce di popolazione finanziariamente più fragili, obbligandole ad orientarsi, almeno temporaneamente, verso l’affitto. I nuclei familiari finanziariamente più solidi si sono invece mostrati restii a comprimere la spesa, continuando così a sostenere la domanda. In questa logica, nel primo semestre 2023, i prezzi di compravendita di abitazioni usate sono arretrati su base semestrale del -0,2%, trainati al ribasso proprio dalla periferia (-1,5%). Contestualmente, i valori monetari delle abitazioni di nuova costruzione sono leggermente cresciuti, grazie soprattutto alle maggiori quotazioni delle zone di pregio (+1,9%).
I tempi medi per concludere una trattativa di vendita si attestano in media a 5,5 mesi, mentre lo sconto medio sul prezzo rimane nell’ordine del 13%. La crescita dei canoni di locazione, generalizzata a tutte le zone urbane (+2,6% sul semestre e +2,1% sull’anno), conferma l’ancora il sostenuto interesse dei catanesi per la locazione. Un interesse che si riflette sull’accorciamento dei tempi medi di locazione (3 mesi) e sul rendimento da locazione pari al 5,7%.
Nel 2022 il mercato delle compravendite degli uffici si è mantenuto stabile, con una media di 40 transazioni l’anno. In questo primo scorcio del 2023, nonostante l’ulteriore discesa dello sconto (attestato al 14% contro il 15,5% del 2022), la dinamica del mercato delle compravendite è calata in intensità rispetto alle locazioni.
Nel primo semestre 2023, i prezzi di compravendita degli uffici sono cresciuti, su base semestrale, del +0,9%, come conseguenza di un lieve incremento generalizzato ed omogeneo dei valori in tutte le zone urbane. Tutte elevate e di segno positivo sono risultate le variazioni dei canoni di locazione, cresciute del +2% rispetto al secondo semestre del 2022. Su base annua la variazione è stata invece più contenuta (+0,7%), ma anch’essa generalizzata a tutte le zone della città.
Considerando il comparto commerciale, nel 2022 sono state complessivamente portate a termine 271 compravendite di negozi e laboratori. Nei primi sei mesi del 2023 si è registrato un ulteriore calo dello sconto (sceso al 14,5% contro il 16% del 2022), una circostanza sintomatica di una maggiore convergenza tra domanda ed offerta, mentre i tempi di vendita degli immobili sono tornati ad allungarsi per la prima volta dopo tre anni, risalendo a 9,5 mesi. I prezzi di compravendita di negozi e laboratori sono cresciuti, su base semestrale, del +1,4%, come conseguenza di un incremento generalizzato ed omogeneo dei valori in tutte le zone urbane. Tutte dello stesso segno, anche se di maggiore intensità, sono risultate le variazioni dei canoni di locazione, cresciuti mediamente del +1,7% rispetto al secondo semestre del 2022. Su base annua la variazione è stata invece più contenuta, pari al +0,8% ed ha coinvolto tutte le zone urbane tranne il centro (-0,4%).
Le previsioni degli operatori locali per il prossimo semestre confermano l’arretramento dell’attività transattiva e la sostanziale stabilità dei valori di compravendita, a fronte di un ulteriore miglioramento del mercato locativo, grazie all’incremento del numero di affitti e alla crescita dei canoni di locazione.