CATANIA – Arrivare pronti alla cosiddetta “Fase 2”, ma anche approfittare del momento per cambiare la mobilità cittadina in una direzione più sostenibile. È la proposta di numerose associazioni cittadine, come Legambiente e Mobilita Catania, all’amministrazione catanese a cui hanno inviato un documento con azioni possibili a breve e medio termine, invitando i cittadini a firmarlo su Change.org.
Si parte dalla constatazione che sono “scientificamente dimostrate le relazioni tra la diffusione del coronavirus e gli alti tassi di inquinamento atmosferico”. Certo, lo smog di Catania non è come quello di Milano, ma considerando i dati di Arpa Sicilia secondo cui, durante il periodo del lockdown, tra marzo e aprile, i livelli di ossidi di azoto e di benzene a Catania si sono ridotti di oltre il 60 per cento grazie al minor traffico veicolare, è facile chiedersi: perché tornare indietro?
Si propone di incentivare e promuovere gli spostamenti pedonali, in bicicletta o con il trasporto pubblico. In questa direzione, si chiedono zone Ztl più ampie, l’accesso delle bici sugli autobus e la possibilità di passare dal porto per collegare il centro storico alla Plaia. Servono anche nuove rastrelliere pubbliche e incentivi per quei commercianti che decidono di installarne una. Si chiede, ancora, la restrizione delle carreggiate ove ci siano marciapiedi che non consentano la giusta distanza di sicurezza. Maggiori corsie preferenziali e autobus più grandi. Le associazioni vorrebbero inoltre che la metro sia subito riaperta e che sia gratuita per il periodo di emergenza.
Per ridurre il traffico veicolare in città, inoltre, propongono di intervenire anche sullo smart working, sia privato che pubblico. “Consolidare e incentivare il lavoro e i servizi al cittadino da remoto” scrivono, nonché differenziare l’orario “con particolare riferimento a scuole ed esercizi commerciali”. Per chi proprio non vuole rinunciare all’uso dell’auto, secondo le associazioni cittadine, vanno promossi i buoni di mobilità previsti con il Decreto clima. Un modo per rottamare la vecchia auto con una nuova, ma anche per conoscere altri mezzi per la mobilità sostenibile acquistabili con incentivi statali. Sono proposte attuabili subito e facendo i conti con il tessuto urbano esistente.
Di certo una mano alla mobilità dolce potrebbe arrivare da maggiori investimenti nelle piste ciclabili, che in città coprono ancora pochi chilometri e sono scollegate tra di loro. E la dove ci sono dei progetti in corso, come a Librino, sono “preda” di burocrazia e inciviltà. Secondo l’assessore ai Lavori pubblici del Comune di Catania dovremmo comunque essere in dirittura d’arrivo e la consegna potrebbe avvenire in tempi brevi. “Il primo tratto è pronto, si sta completando il secondo”, precisa l’assessore catanese alla mobilità, Giuseppe Arcidiacono.
Per venire incontro alle nuove esigenze di mobilità e favorire l’uso della bici Arcidiacono spiega che è stato deciso di creare delle ciclovie. In pratica “con un disegno a terra dedichiamo alla biciclette parte delle strade”. L’assessore vuole dividere questi mezzi dai bus dedicando a ciascuno delle corsie. “Possiamo farlo in tempi rapidi”.
Quello delle piste per le biciclette sembra comunque essere un argomento importante per l’’amministrazione. “Stiamo cercando di capire come possiamo prevedere una rete immediata che in qualche modo compensi le difficoltà dei trasporti con l’emergenza in atto e poi un discorso più organico riguarda il ‘Patto per Catania’ per un progetto di piste ciclabili che includa tutta la città o buona parte di essa”, afferma Trantino. Che, però, aggiunge: “L’amministrazione non è in grado di fare progetti se non di piccole cose come le bitumazioni”.
Per ovviare a ciò, spiega l’assessore ai Lavori pubblici, l’amministrazione ha individuato “come soluzione migliore, un concorso di progettazione”. Rimangono in attesa e “ci stiamo lavorando” i fondi legati al Pon Metro, all’Agenda urbana ma anche quelli stanziati dal Governo regionale per mettere in sicurezza le piste esistenti.