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Catania: Padel, chi è Carlos Pèrez la stella del Mas

Con un po’ di fortuna, al Mas padel center, in Via del Canalicchio 12, si può assistere agli allenamenti di Carlos Pèrez. Come riconoscerlo? È semplice, sembra giocare un altro sport. Classe, eleganza ed esplosività; non sarà di certo un caso se è il numero 155 al mondo. Qds ha avuto il piacere di intervistarlo e conoscerlo meglio.

Come hai conosciuto il padel e a che età hai iniziato?

“Ciao, è un piacere. Ho conosciuto il padel in Spagna, quando ero piccolo, ho iniziato intorno ai 10 anni, grazie a mio padre che era un ottimo giocatore e si divertiva tanto. Mi ha spronato molto, è stato lui a farmi iniziare, ed è stato il mio primo compagno. Ho provato, e non ho più smesso”.

Praticavi altri sport quando eri ragazzo?

“Ho sempre giocato a calcio, dai 7/8 anni, poi ho iniziato con il basket, in seguito con il padel, e infine con il tennis. Gli unici due sport che ho continuato a praticare durante l’adolescenza sono stati il calcio e il padel, che ho alternato regolarmente; quello che mi è piaciuto di più, come si può evincere, alla fine è stato il padel. Questo perché non si tratta solo di competizione, è una realtà in cui si istaurano amicizie, con tutti i giocatori avversari durante i campionati. È una vibrazione diversa. Per me è la cosa più vicina ad una famiglia, anche il rapporto che si crea con il tuo compagno, giochi sempre con lui, ti alleni sempre con lui, è come il tuo migliore amico. Giocate insieme tutto l’anno, è molto bella come esperienza, anche durante i tornei.”

Cosa ti ha portato qui a Catania?

“Mi ha portato qui a Catania Mario Guarneri, ho parlato con lui per telefono, io stavo cercando un cambio nella mia vita, non volevo continuare in Spagna, cercavo un posto dove andare. Tra le opzioni presentatemi c’era anche la Svezia, ma Mario è venuto da me, mi ha fatto una proposta e siamo arrivati a un accordo. Inoltre, mi è piaciuta molto la città, il rapporto che subito si è creato tra di noi, anche con Antonio (linkare intervista su di lui). Io non sono venuto qui solo per giocare a padel, ho bisogno di un ambiente familiare con le persone con cui lavoro, un ambiente favorevole alla crescita di tutti. Questa è stata la cosa determinante che mi ha convinto a restare”.

Qui al Mas ti sei trovato bene? Quanto pensi che starai qui?

“Si, assolutamente è una bella realtà. Non ho ancora deciso, nessun biglietto di ritorno”.

Secondo te invece, rispetto la Spagna che differenze noti con l’Italia? Il padel in Italia potrà raggiungere lo stesso livello di fama che ha raggiunto in Spagna?

“Quello che si fa qui, e che in Spagna non si fa, è che si inizia a vedere il padel in televisione, in Svezia si fa e va bene, qui anche e va bene. È uno step importante, perché si da riconoscimento. Quello che qui manca sono i maestri forti, perché se hai una base solida di maestri, avrai anche una base solida di allievi che iniziano a giocare a padel, di conseguenza avrai una base solida di giocatori. Perché se io sono il più forte, non so, di qui a Catania per esempio, non c’è una competizione, non c’è qualcuno da raggiungere che ti sprona a fare meglio. Qui sta iniziando come è iniziato in Spagna trenta anni fa. Il motivo del boom che si ha avuto, è dovuto al fatto che è un bel gioco, divertente, con quattro giocatori. Inoltre, è molto facile organizzare una partita, e anche per chi è alle prime armi non avrà difficoltà, non è necessario avere tante lezioni alle spalle. Però queste sono fondamentali se vuoi imparare bene a giocare”.

Come ti trovi con Dunlop? Cosa ti piace di questa pala? Cos’ha di diverso dalle altre?

“Veramente gioco con Dunlop da 12 anni, ho sempre giocato con questa, è vero che con Dunlop mi sono sempre trovato bene, in particolare con l’ultimo modello che utilizzo ormai da due anni. È una racchetta fantastica, è la migliore che c’è in circolazione, si tratta dell’Aero-Star pro.”

Enrico Longhitano