CATANIA – Rappresenta uno dei settori più importanti per Catania. Da oltre mezzo secolo priva di strumento di programmazione, l’Urbanistica è una di quelle aree sulla quale il nuovo sindaco potrebbe incidere, portando a termine il Piano urbanistico generale, ad esempio, quello che una volta era il Piano regolatore di cui la città è priva da decenni, ma non solo. Almeno così la pensa Paolo La Greca, ordinario di Tecnica e Pianificazione Urbanistica all’Università degli studi di Catania, secondo cui la pianificazione – fondamentale – andrebbe necessariamente armonizzata con tutto il sistema di progetti scaturiti dai finanziamenti europei, così come da quelli privati o para pubblici.
“Bisogna prendere atto – spiega La Greca – del fatto che la condizione tradizionale alla quale siamo abituati, e cioè una città che non ha uno strumento urbanistico con tutto ciò che questo comporta in termini di complicazioni e ritardi, dovrebbe essere la condizione dalla quale partire, mettendo mano con rapidità alla predisposizione del Piano urbanistico generale. Questa è la priorità assoluta. A questo però – prosegue – se ne affianca un’altra, secondo me altrettanto importante quanto la prima, ovvero quella di seguire con capacità, efficienza ed efficacia tutti i finanziamenti di cui, in questo momento, la città di Catania è destinataria. Mi riferisco ai programmi urbani integrati, i Pui”.
Programmazione sì, dunque, ma non solo: occorre secondo La Greca armonizzare tutti gli interventi previsti, anche da parte privata e dalle aziende, come nel caso della Gigafactory di Enel o della STM, in modo da evitare nuove “polarizzazioni”. “Ricordiamoci che la Città metropolitana di Catania è stata destinataria di 183 milioni di euro – evidenzia ancora il professore: una somma inimmaginabile in qualsiasi contesto precedente. È importantissimo che questo denaro venga canalizzato per i Programmi urbani integrati avviati e che questi vengano seguiti costantemente. Bisogna quindi mettere gli uffici nella condizione di seguire tutte queste procedure perché è un’opportunità che la città non può perdere”. Ma non basta. “A questo si affianca un altro aspetto, sempre contingente – prosegue il docente – che è ancora una volta la grandissima quantità di finanziamenti anche di tipo privato o parapubblico già in corso che determineranno una grandissima opportunità in termini di occupazione”.
La Greca invita dunque il prossimo sindaco e la sua Giunta a operare su questo doppio binario, portare a chiusura il Piano urbanistico, “non è un’operazione impossibile” ma, nello stesso tempo, monitorare gli altri investimenti e le ricadute sul territorio. “I progetti dei programmi urbani integrati finanziati dal Pnrr siano coniugati in una strategia complessiva coerente ad una linea più ampia che potrà dare il piano urbanistico – invoca La Greca. Perché la città non si trovi ad essere smembrata in una serie di cose che non dialogano tra loro, che potrebbero complicare ulteriormente il traffico o l’accessibilità, o determinare nuove polarizzazioni”.
La Greca interviene anche sulla questione Waterfront: un miraggio che, secondo il docente, potrebbe diventare realtà solo se il nuovo sindaco batterà i pugni con il Governo. “Il nuovo primo cittadino dovrà andare a Roma un giorno sì e un giorno no per negoziare con il governo centrale e in particolare con il ministero delle infrastrutture l’immediata cantierabilità dell’interramento della ferrovia – afferma. Il passante ferroviario per Catania da piazza Europa ad Acquicella è una priorità indifferibile”.
In generale ma, soprattutto, alla luce dell’aumento dei treni che transiteranno sull’asse Messina-Catania-Palermo. “Immaginare che passino sopra gli Archi della marina è insostenibile, invasivo e invadente – dice ancora. Bisogna chiedere con forza che Il bypass da piazza Europa fino ad Acquicella, che è già progetto definitivo di Rfi, sia finanziato e realizzato. Questo è propedeutico per iniziare a parlare del collegamento della città con il mare, perché senza questo elemento fondamentale continueremo a parlare di nulla”. La Greca si inserisce anche nella discussione sulla realizzazione della nuova cittadella giudiziaria evidenziando come il rapporto col mare comunque non sarebbe possibile perché ci sono i binari a interromperlo. “I binari esistenti impediscono di affacciarsi sul mare – aggiunge, sottolineando come la loro eliminazione porterebbe al recupero di importanti aree. “Anche in quel caso bisogna discutere con Rfi”, prosegue il professore secondo cui, il nuovo sindaco dovrà essere bravo nell’arte della negoziazione. “Perché – dice – su molte scelte non bisogna aspettare che decidano gli altri ma fare diventare la città protagonista delle scelte che la riguardano”.
Infine, un accenno alle periferie. Anche a quelle centrali. “Il tema è quello di guardare alle periferie non solo come luogo in cui pensare infrastruttura di qualità, migliorare il sistema fognario o l’accessibilità, che sono operazioni propedeutiche e fondamentali – sostiene – ma coinvolgerle a livello sociale, facendo tesoro delle esperienze in questo senso, come quella realizzata a Librino da Antonio Presti”.