CATANIA – È il più grande parco cittadino, ma non quello che gode di maggiore attenzione. Il Parco Gioeni, proprio alla fine della via Etnea, soffre da sempre di mancanza d’acqua, incuria e abbandono.
Catania non è famosa per il suo verde seppure ha qualche zona verde in città. Il più famoso è il giardino Bellini che, tutto sommato, un po’ per la sua importanza storica e un po’ per la sua ubicazione in mezzo alla città, è al centro dell’attenzione di tutte le amministrazioni, presenti e passate.
Non si può dire lo stesso per il polmone verde poco fuori dal centro. Eppure il parco Gioeni è affascinante. Non solo è ricco di vegetazione mediterranea, custodisce anche parte dell’acquedotto romano di Catania e ha ampi spazi in cui negli anni passati sono anche stati organizzati grandi eventi. È anche uno dei pochi luoghi pubblici con giochi per i bambini. L’attuale amministrazione comunale, con il suo assessore con delega al verde, Fabio Cantarella, assicura che l’attenzione c’è e che si fanno continui interventi.
Il problema dell’abbandono sarebbe quindi superato. “L’abbiamo bonificato quando lo abbiamo aperto dopo il lockdown, verso giugno. Un lavoro straordinario di potatura, pulizia e messa in sicurezza. Inoltre, una squadra della Multiservizi, formata da tre donne, è sempre presente nel Parco”, dice Cantarella. Come ammette lo stesso assessore “riescono a fare piccoli interventi, ma avendo già fatto il grosso dei lavori, con i piccoli interventi ogni giorni non cadiamo nell’abbandono come fatto in passato”. Rimangono gli altri problemi citati: l’incuria di chi lo frequenta e, soprattutto, quello dell’acqua che non c’è. Un vero e proprio paradosso avere un parco senza acqua e ancora più grande se si pensa che proprio alla sua base, dove un tempo sorgeva il ponte Gioeni, su via Etnea, c’è una grandissima fontana e il secondo giardino verticale italiano per grandezza. Il parco però è e rimane a secco.
“Servirebbe un piccolo appalto da parte del settore delle manutenzioni, spero che lo facciano a breve” afferma ancora Fabio Cantarella. Quando si parla di appalti però, subentra un ulteriore problema: i soldi. Anche se la cifra stimata da Cantarella non è molto elevata, circa 10 mila euro, rappresentano un miraggio per una città in dissesto e ulteriormente colpita dalla diffusione del coronavirus.
Abbiamo chiesto all’assessore comunale se magari la Regione può venire in soccorso di Catania, ma la risposta è stata negativa. “Purtroppo no”, ha detto marcando la differenza con il boschetto della playa dove il corpo forestale regionale ha di recente fatto degli interventi, non ancora del tutto completi, di ripristino e messa in sicurezza. Il nodo è la proprietà.
“Dalla Regione si sono occupati del boschetto, adesso dato in gestione al Comune, perché è area demaniale. Il parco no“, dice. Il dilemma della soluzione da trovare rimane in capo all’amministrazione comunale. Senza soldi in cassa l’unica risorsa rimangono i bandi. “Stiamo partecipando per questo come per il boschetto della playa, ma è pur vero che i soldi arrivano sempre dopo anni. Speriamo che ci saremo noi a gestirli, in ogni caso era un dovere farlo per il bene della città”.