Catania

Catania, un “patto” per liberare la città dalla cintura di ferro

CATANIA – Il Comune, Rete ferroviaria italiana e FS Sistemi urbani, rispettivamente società capofila del Polo infrastrutture e del Polo urbano del Gruppo FS, hanno sottoscritto un protocollo d’intesa per il potenziamento infrastrutturale e la rigenerazione urbana delle aree dismesse o in dismissione di proprietà del Gruppo FS presenti nella città siciliana. Collabora anche Anas.

Sistemazione del cosiddetto “Nodo Catania”

Le attività inserite nel protocollo sono previste, anno più o meno, dagli anni Settanta. Fa ora parte di un protocollo la sistemazione del cosiddetto “Nodo Catania” con l’interramento della stazione di Catania Centrale, così come l’interramento della tratta Acquicella – Bicocca per il prolungamento della pista dell’aeroporto “Vincenzo Bellini” di Catania. Con l’accordo firmato da Fs e Comune di Catania verrà potenziata la mobilità integrata e nello specifico migliorati i collegamenti tra il servizio di Ferrovie dello Stato e la linea metropolitana di Catania. Garantiti interventi di manutenzione e nuove opere Anas, nello specifico la realizzazione della terza corsia della tangenziale di Catania e il miglioramento del servizio e dei livelli di sicurezza della SS192 (Val Dittaino) e la SS417 che porta a Caltagirone. Infine, le attività del Polo Urbano, cioè gli interventi di rigenerazione urbana attraverso il recupero delle aree dismesse di proprietà di Fs. Fra gli interventi di rigenerazione urbana inseriti nel Protocollo, si prevede un riassetto delle aree dismesse e/o in via di dismissione per le ex officine di Piazza Europa, le ex officine e l’ex scalo merci di Catania Acquicella, e le aree che verranno liberate dall’intervento infrastrutturale di interramento della stazione di Catania centrale.

Per una sola opera c’è già la data di consegna

Per una sola opera, tra quelle inserite nel protocollo, c’è già una data di consegna alla città. Si tratta dell’interramento del tratto Acquicella-Bicocca, finanziata con 515 milioni di euro di cui 95 milioni provenienti dal Pnrr. I lavori sono stati avviati nel 2023 e saranno conclusi, secondo previsioni, nel 2026. Per l’interramento della stazione ferroviaria di Catania centrale i costi sono ancora di stima, circa un miliardo in base alle tariffe del 2023 (di cui però al momento sono certi solo i soldi per la fase di progettazione). Rispetto alle opere Anas, ci sono solo i finanziamenti e nessuna data di inizio per la terza corsia della tangenziale, per cui sono disponibili 596 milioni dal fondo di coesione e 5 milioni dal Pfte (Progetto di Fattibilità Tecnico-Economica delle opere pubbliche) e l’adeguamento della Ss192 (Valle del Dittaino) e SS147 (Caltagirone), finanziato con 1.120 miliardi di euro.

Per quanto riguarda, ancora, il riuso delle aree dismesse, per il 2025 è prevista la chiusura del dibattito pubblico sugli interventi a cura di Rfi e la definizione di schema di assetto urbanistico da proporre al Comune dopo la redazione del Piano urbanistico generale. Il vicesindaco e assessore alla Mobilità Paolo La Greca ha spiegato che il pug verrà presentato in giunta la prossima settimana.

“La firma del Protocollo d’Intesa con il Comune di Catania è un chiaro esempio di come il Gruppo FS intenda progettare e realizzare opere infrastrutturali integrate che siano prima di tutto condivise con i territori e che producano valore e benefici alle comunità interessate – ha spiegato Luigi Ferraris, amministratore delegato del Gruppo FS Italiane -. Quest’intesa è l’inizio di un percorso che ha l’obiettivo di fornire ai cittadini servizi di mobilità connessi e intermodali e riqualificare spazi urbani ad oggi non utilizzati rendendoli attrattivi e centri di servizi e utili funzioni”.

“Attraverso la realizzazione di queste opere ferroviarie, Catania – ha dichiarato il sindaco Enrico Trantino – potrà beneficiare di corridoi di mobilità su ferro, siano essi regionali, nazionali e internazionali per connettere la Sicilia al continente europeo. Interventi di fondamentale importanza per il sistema ferroviario anche in prospettiva del Ponte sullo Stretto, che hanno anche lo straordinario vantaggio di restituire alla Città di Catania il rapporto con il mare, negato da oltre 160 anni da una cintura ferroviaria che ha impedito un’osmosi virtuosa del benessere collettivo dei cittadini dell’area metropolitana etnea”.

Il protocollo è stato siglato dal primo cittadino e da Dario Lo Bosco, presidente di Rfi, Umberto Lebruto, amministratore delegato e direttore generale di FS Sistemi Urbani alla presenza di Luigi Ferraris, amministratore delegato del Gruppo FS e Paolo La Greca, vicesindaco con deleghe all’Urbanistica, mobilità e tapporti con l’Università del Comune di Catania. L’accordo prevede l’istituzione di una Cabina di Regia e un Tavolo Tecnico con l’obiettivo di definire e sviluppare la strategia e gli interventi.