Catania

Catania, politiche verdi, c’è una montagna da scalare

CATANIA –  Ultima. 106esima su 106 capoluoghi presi in considerazione. Catania, ancora una volta, chiude la classifica Ecosistema urbano, realizzata dal Sole 24 Ore in collaborazione con Legambiente e relativa alle qualità green delle città. Cinque i parametri presi in considerazione: aria, acqua, rifiuti, mobilità, ambiente, nei quali la città etnea offre pessime performance o comunque, anche laddove migliorate, restano comunque distanti dalle altre città. In generale, la Città dell’Elefante ottiene un punteggio pari al 15,79%, oltre dieci punti in meno della penultima Reggio Calabria, la metà della terzultima Crotone. Condizioni disastrose, sorte non certo adesso, e che, sebbene in alcuni ambiti la tendenza si sia invertita, necessitano di più tempo per mostrare risultati evidenti, nonché di politiche di ampio raggio, come ad esempio, nella gestione dei rifiuti.

Dal report risultati tutt’altro che edificanti

Fatto sta che le parole del report sono tutt’altro che edificanti. “Penultimo lo scorso anno, ultimo due edizioni fa e ancora penultimo tre anni fa, il capoluogo etneo si conferma molto lontano dai livelli sufficienti di vivibilità ambientale – si legge -. È la peggiore in assoluto”. Per quel che concerne i consumi idrici, ad esempio, in relazione ai quali nonostante la siccità, “con 290 litri per abitanti al giorno disperde il 63% dell’acqua immessa in rete, peggiorando ancora rispetto alla passata edizione” – riporta ancora il documento. Non va meglio per quanto riguarda la ciclabilità, altro parametro in cui Catania peggiora, così come per quanto riguarda il verde fruibile. Anche nel consumo di suolo la performance è “pessima”, anche se il dato resta invariato rispetto allo scorso anno.

A Catania il più alto tasso di auto circolanti

Per quanto riguarda le auto circolanti, con 79 auto ogni 100 abitanti, la città etnea è ancora quella con il più alto tasso di auto circolanti. Il dato peggiora rispetto alle 78 dello scorso anno. Dato questo che si riflette sulla qualità dell’aria, per le alte concentrazioni ad esempio, di biossido di azoto, di polveri sottili e di altri inquinanti.
Occorrerebbero dunque politiche della mobilità maggiormente a favore del mezzo pubblico, ambito nel quale la città registra risultati positivi. “Catania – si legge nel report – riesce quasi a triplicare i passeggeri trasportati, passando dai 9 viaggi per abitante annui della passata edizione a 25, rimanendo però di gran lunga l’ultima tra le grandi città in questo indice”.

Sui rifiuti immobilismo e mala gestione

Capitolo a parte quello sui rifiuti: anche in questo ambito la città sconta immobilismo e mala gestione del passato, per quanto le performance in materia siano evidentemente migliorate. È il caso della produzione dei rifiuti che vede il dato migliorare sebbene Catania resti tra le città dove la produzione di immondizia è più alta. Anche la differenziata è cresciuta e notevolmente: il dato è salito dal 26,2% dello scorso anno al 35% di quest’anno, una percentuale “che vale però un poco dignitoso quart’ultimo posto nell’indice dedicato” – viene evidenziato nel rapporto.

“Qualche movimento positivo si vede – riporta in conclusione il documento – a cominciare dalla sensibile diminuzione delle mancate risposte, ma c’è davvero ancora tanto da fare”.