Catania

Dal Porto “aperto” alla ciclabile, le sfide del presidente Di Sarcina: “Puntiamo su aumento crociere”

CATANIA – Settanta milioni per la diga foranea, interlocuzione con il terminal crocieristico per lo sporgente centrale, fruibilità da parte del pubblico. Tante le iniziative all’interno del porto di Catania, al centro degli ultimi mesi di una rinnovata diatriba: la chiusura momentanea della lunga passeggiata del molo di Levante ha riacceso infatti il dibattito sull’infrastruttura, la sua fruizione da parte dei cittadini e, in generale, sul legame con la città. A fare chiarezza sui lavori in atto, su quelli di prossima realizzazione e sulle idee future che insistono sul porto di Catania è il presidente Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sicilia Orientale, Francesco Di Sarcina. Che fa il punto innanzitutto sul molo di levante che sarà interessato, a brevissimo, da una profonda riqualificazione grazie ai 70 milioni del Pnrr. “Stiamo portando avanti la gara d’appalto per la diga foranea – riferisce al QdS. In questo mese di settembre ci sarà la presentazione delle offerte e poi si procederà all’aggiudicazione al migliore offerente”.

L’idea di Di Sarcina, già esposta a questo giornale, è quella di rendere la diga foranea più solida da punto di vista strutturale ma anche più sicura per la fruizione pubblica. Una decisione accelerata dall’incidente occorso a una ragazza scivolata tra i frangiflutti. Episodio che aveva portato Di Sarcina a interdire la passeggiata al pubblico per qualche tempo. “Come avevamo assicurato, al momento è fruibile” – afferma. A gennaio, però, i lavori dovrebbero partire e il molo dovrebbe essere nuovamente interdetto. E per un lungo periodo di tempo, pare circa 800 giorni. “Una volta che termineranno i lavori, si riaprirà tutto in maniera sicura – prosegue Di Sarcina – con arredi urbani e un netto miglioramento della qualità della passeggiata”.

Ma la diga foranea non è l’unica parte del porto sulla quale si sta lavorando. “Sulla banchina centrale abbiamo aperto un dialogo con il Terminal delle crociere per cercare di trovare uno sviluppo futuro rispetto a quanto accade attualmente. In questo momento, il numero delle crociere che arrivano a Catania non ci soddisfa – evidenzia. Per questo, abbiamo avuto degli incontri e abbiamo chiesto al Terminal di capire se la sente di fare con noi passaggi importanti, anche impegnativi, per aumentare questi numeri. Ci hanno risposto che avrebbero ragionato e studiato una soluzione per venire incontro alle nostre richieste. Nei prossimi mesi aspettiamo le loro proposte e le valuteremo”.

L’idea è quella di potenziare il traffico crocieristico in seguito ad alcuni interventi sullo sporgente centrale che siano armonici con questo progetto. “Se saremo tutti d’accordo, no procederemo a fare lavori di dragaggio, consolidamento, ecc, al fine di avere un traffico crocieristico più intenso e più adeguato all’importanza della città di Catania”.

Tutti lavori propedeutici alla tanto desiderata apertura del porto alla città. “Come abbiamo detto più volte, dobbiamo prima di tutto mettere in ordine il traffico commerciale, perché questa è la vocazione del porto – ribadisce Di Sarcina. Ma riconfermo che ci sono spazi nel porto che devono essere destinati permanentemente alla fruizione urbana. Ma sono cose che andranno fatte gradualmente sempre nella considerazione che il porto è commerciale”.

Azioni che, però, non prevedono il passaggio delle bici all’interno del sedime portuale, come richiesto da tanti per evitare che le bici, così come i pedoni, debbano percorrere le trafficatissime e pericolose via Tempio e via Colombo. “Ho già escluso la possibilità categoricamente – dice. È rischioso e contrario alla normativa. Sono disponibile di studiare con il Comune un progetto per fare una pista ciclabile nella strada esterna al porto – conclude – anche a scapito di arretrare il muro di cinta laddove è necessario”. Occorrerà però aspettare qualche mese, considerando il fatto che in questo momento Catania non ha un sindaco e la città attende ancora il commissario straordinario.