Catania

Catania, quando l’anormalità diventa normalità

CATANIA – “In riferimento al video che riprendeva una signora con il Pass dell’organizzazione del Giro D’Italia mentre in modo avventato puliva un pentolone nella fontana dell’Elefante di piazza Duomo, la Direzione del Giro d’Italia ha inviato una nota di scuse all’amministrazione Comunale, che già nel pomeriggio di ieri aveva segnalato ai responsabili della corsa il comportamento gravemente lesivo e irrispettoso nei confronti della città di Catania”. Lo staff del Giro ha comunicato che la signora è stata licenziata.

Catania è una città dove l’anormalità diventa normalità e nessuno sembra farci caso

Una sola domanda: ma dov’è la novità? Non c’è, perché in una città come la nostra non esiste la novità, ma la routine. Catania è una città dove l’anormalità diventa normalità e nessuno sembra farci caso. Così, -non sappiamo se la ligia puliziera sia catanese o no – chi arriva a Catania talvolta si adegua alla città e si lascia andare ad episodi a dir poco sconcertanti. Ma c’è un altro particolare della vicenda da tenere in considerazione: qualcuno nel ferreo sistema di controllo del Giro non si è accorto di cosa stava facendo quella donna proprio davanti al Comune?

E aggiungiamo un altro episodio accaduto in pieno centro alcuni anni fa quando un gruppo di stranieri venne fermato per le strade della Movida mentre si lasciava andare a schiamazzi e spaccava bottiglie. Una volta fermati si meravigliarono con le forze dell’Ordine: “Ma che abbiamo fatto? Lo sanno tutti che qui è uso fare così”.

Giriamo la frittata verso un’altra latitudine. Ma la vedete una addetta alla cucina del Giro, in tappa a Roma, lavare il grosso pentolone dei ciclisti nella fontana di Trevi? Oppure in piazza di Spagna, in una delle fontane patrimonio storico della città eterna? Il guaio è che a Catania tutto può accadere e, infatti, tutto accade nella totale superficialità dei locali e anche di chi viene da fuori. A questo punto ci avrebbe fatto piacere soltanto vedere la faccia della ligia puliziera che licenziata in tronco avrà di sicuro detto…”Perché cos’ho fatto?”