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Catania, San Berillo, si torna a parlare del recupero

CATANIA – Una conferenza di servizi per discutere del futuro di San Berillo. Un incontro, quello di ieri mattina al teatro Sangiorgi, con i soggetti portatori di interesse relativamente al recupero e alla valorizzazione di uno dei cuori storici di Catania e che ha visto la partecipazione non solo dei promotori, l’amministrazione comunale con gli assessori ai Lavori Pubblici e all’ambiente e sicurezza, Enrico Trantino e Fabio Cantarella, e con il direttore dell’Urbanistica, Biagio Bisignani, ma anche della sovrintendente ai Beni Culturali, Rosalba Panvini e di importanti pezzi di società civile.

Di fatto, uno step successivo a quanto annunciato già da Palazzo degli elefanti dopo un sopralluogo nel rione: la volontà di ripensare San Berillo, quartiere compreso tra la via di Sangiuliano e la via Di Prima. Luogo da tempo oggetto di attenzioni e discussioni, ma rimasto quasi per la totalità una sorta di realtà avulsa dal resto della città. “Con questo incontro – ha spiegato il direttore Bisignani – vogliamo comprendere quali indicazioni ci danno le associazioni, gli ordini professionali, l’Università, per procedere alla stesura dei progetti da realizzare”.

La volontà di recuperare una delle zone più antiche della città è datata: da tempo le amministrazioni hanno provato a intervenire, ma i tentativi ad oggi si sono rivelati fallimentari. Adesso si riprova, dunque. “A Catania – ha sottolineato l’assessore Trantino – il recupero del vecchio quartiere San Berillo è un’eterna promessa che non è riuscita a diventare realtà. Come amministrazione – ha aggiunto – abbiamo il dovere di sentire proprietari e stakeholders, ascoltare le loro proposte, elaborare le nostre e cercare una mediazione con la Sovrintendenza”.
Ha parlato di “occasione per iniziare a andare oltre i buoni propositi”, Trantino, anche se qualcuno dalla platea ha chiesto tempo. Giusi Milazzo, in rappresentanza del Sunia, ha chiesto una settimana di tempo per presentare, in forma scritta, le proprie proposte volte al recupero del quartiere anche in ottica di inclusione abitativa”.

E di inclusione ha parlato anche Andrea Lo Re, presidente di Trame di quartiere che, tra le altre cose, ha sottolineato la necessità di riattivazione di spazi abbandonati nell’ottica del coinvolgimento di chi, in quell’area della città, vive e opera. O Renato Basile, architetto da tempo impegnato nel recupero del rione: si deve a lui l’apertura del museo Re.Ba, esperienza poi terminata, ma idea non accantonata. “Stavolta è l’anno giusto – ha sottolineato. Siamo pieni di energia e in piena sintonia tra l’associazione e l’amministrazione. Sono certo che finalmente riusciremo a realizzare il museo a San Berillo che parli della storia di questo posto ma che abbia anche delle visioni aperte alla modernità, coinvolgendo gli abitanti del quartiere”.

L’importanza del confronto è ciò che ha sottolineato il presidente della Commissione urbanistica del Consiglio comunale, Manfredi Zammataro. “Questo modus operandi – ha evidenziato – può dare veri frutti”. Si vedrà nelle prossime settimane. Intanto, tra i progetti presentati dall’amministrazione comunale all’Anci nazionale per l’utilizzazione delle risorse “Recovery Fund”, c’è anche la riqualificazione di San Berillo.