Catania

Catania sporca e cittadini senza regole

CATANIA – È stato appena prorogato l’affidamento del servizio di raccolta e trasporto rifiuti alla Dusty, per altri 300 giorni, a causa dell’ennesima gara settennale andata deserta. L’amministrazione non aveva altra scelta, onde evitare di far piombare la città in una vera e propria emergenza, ma questo significa che, soprattutto a causa dell’inciviltà di molti cittadini, il Capoluogo etneo dovrà continuare a fare i conti con una realtà tutt’altro che decorosa. Anche nelle vie principali, in pieno pomeriggio, i turisti schivano scatoloni e sacchetti per raggiungere le vetrine dei negozi.

Tra bellezza e sporcizia
Dal Duomo al Castello Ursino, passando per via Crociferi e il monastero dei Benedettini, sono tante le meraviglie che un turista non può rinunciare a visitare. Eppure questa bellezza stona con un mancato decoro che lascia l’amaro in bocca. Cartacce, mozziconi di sigaretta sembrano esser nulla in confronto allo scempio che si trova davanti ai negozi. Gli esercizi commerciali, infatti, piazzano davanti alle loro vetrine e agli angoli delle strade adiacenti tutti i loro rifiuti: sacchi stracolmi di immondizia, scatoloni vuoti, grucce, etc. Uno spettacolo orrido quello che si intravede dalla parte più bassa di via Etnea: un grande corso in salita che in alto ha le sue luminarie, in basso una fila infinita di spazzatura. Sicuramente un biglietto da visita indegno per un flusso turistico in aumento.

Regole ignorate
Mettiamo il caso che un turista o un comune cittadino decidesse di chiedere agli esercenti le motivazioni di tale scempio, sentirebbe la “solita” giustificazione: “La raccolta dei rifiuti degli esercizi commerciali avviene porta a porta, pertanto è necessario che i sacchetti rimangano lì dove si trovano”. Quello che però si omette è un “piccolo” dettaglio: “Se l’orario dal quale è possibile gettare i sacchetti nei cassonetti nei pressi delle abitazioni è quello delle 19, i negozi devono attendere le ore 20. Tutti coloro che non si attengono al regolamento sono sanzionabili con un’ammenda”, chiosa l’assessore all’Ecologia Fabio Cantarella.

Il delegato del sindaco non fa mistero della difficoltà che l’amministrazione trova per controllare il territorio, tra “scarso numero di personale disponibile all’interno del corpo della polizia municipale e impossibilità delle guardie ambientali di elevare sanzioni”. L’unica risorsa davvero utile, allora, potrebbe essere rappresentata dalla disponibilità della cittadinanza di segnalare prontamente le irregolarità.

Riguardo poi le cartacce e i mozziconi di sigaretta, aggiunge: “In piazza Duomo durante l’ottava di Sant’Agata, quando già avevamo aggiunto ulteriori 70 cestini (alcuni dei quali destinati agli escrementi degli amici a quattro zampe) a quelli già preesistenti, i cittadini hanno lasciato i contenitori inutilizzati, preferendo gettare i rifiuti per terra”.

A Catania, secondo quanto dichiarato dall’assessore, i cestini sarebbero più di 1.500. E “nuove” forniture sarebbero in arrivo. Ma il nuovo, nella città etnea, è spesso ciò che è già stato ampiamente superato altrove. Si tratta infatti di contenitori “unici” e di dimensioni ridotte, che dunque non educano i cittadini a fare uno sforzo e differenziare la spazzatura. A queste perplessità, l’assessore ha risposto spiegando che “gli addetti alla raccolta dei rifiuti selezionano il contenuto di ogni cestino. Le indicazioni che ricevono, come previsto dalla normativa, li obbligano a selezionare tutto ciò che si può facilmente differenziare, come lattine, bottiglie e bicchieri di plastica”.