Catania

Catania, Zona industriale, chiacchiere e degrado

CATANIA – “Basta proclami sulla riqualificazione della zona industriale di Catania. Basta lacrime di coccodrillo quando importanti investimenti ci voltano le spalle. Basta pericoli per i lavoratori che si muovono e per le merci che viaggiano sulle strade. Irsap, Comune e Città metropolitana promuovano una conferenza di servizi seria e concreta per mettere fine allo sconcio di una situazione le cui condizioni minano non solo la sicurezza ma anche l’attrattività della zona industriale di Catania”. La Cisl di Catania e la Fim Cisl Sicilia denunciano le pessime condizioni di tante strade dell’area industriale etnea, in termini di segnaletica, sicurezza e illuminazione, in particolare di contrada Torre Allegra a fianco del sito StMicroelectronics, specialmente dopo le recenti piogge. I rispettivi segretari generali, Maurizio Attanasio e Pietro Nicastro, lanciano l’ennesimo appello alle istituzioni che hanno responsabilità e competenza perché dalle parole si passi una volta per tutte ai fatti.
“Buche che diventano voragini, scavi diventati trincee e asfalto saltato in più punti – sottolineano i due segretari – segnano le arterie stradali che servono tante aziende, alcune con produzioni particolarmente delicate”.

Le condizioni delle strade – proseguono – sono uno degli aspetti più evidenti dello stato di abbandono che vive la zona industriale di Catania e in cui si imbattono ogni giorno tanto i mezzi di trasporto quanto i lavoratori che, quando impegnati in turni di notte, mettono a rischio la propria incolumità nel recarsi a lavoro o tornare a casa. Una situazione che non risparmia nemmeno le vicinanze della stessa Enel Green Power/3Sun, da recente interessata da un importante investimento”.

Ciò che manca – concludono Attanasio e Nicastro – è una visione d’insieme dei problemi e delle difficoltà patite da chi vive e lavora nell’area. Abbiamo più volte detto che alla base di ogni sviluppo in senso produttivo di Catania c’è la necessità di ridisegnarne la zona industriale e ricostruirne l’attrattività. Anche la Zes, la zona economica speciale, può contribuire a tutto ciò, offrendo non solo l’opportunità ma anche la necessità di migliorarla prima di tutto per le infrastrutture. Ma occorre la volontà di chi ha la responsabilità di farlo. Un buon inizio sarebbe mettere tutti attorno a un tavolo operativo e definitivo. Noi continueremo a sollecitarlo”.