Pezzi di Pizzo

Il Centrodestra e il cane morto (Muriu u cani)

Queste elezioni amministrative, e non politiche, ci danno un verdetto chiaro. Le città del centrosinistra sono rimaste al centrosinistra. Il centrodestra mutante, nonostante i sondaggi generalisti, non le ha conquistate.

Nella preoccupante disaffezione generale dell’elettorato, la sua proposta amministrativa è risultata del tutto insufficiente.

Anche nella sua città d’elezione, Trieste, non ha convinto molto.

Il centrosinistra canta il peana anche lui di una rassicurante novella.

È tornato al piccolo mondo antico di Fogazzaro, dove la forza mite, Letta ne è il massimo interprete, il t’amo pio bove, riassorbe la ribellione delle persone attive che erano scappate verso i 5stelle.

Quelle passive, escluse, renitenti, prevalentemente abitanti le grandi periferie urbane, sono rimaste a casa a guardare con maggiore diffidenza il mondo “Glovo” che continua ad escluderli.

Non potevano essere Michetti&Bernardo coloro che potevano convincerli a fare un gesto di democrazia inclusiva, andare a votare.

La loro candidatura mette il dito nella piaga del centrodestra. La mancanza di generosità. I leader della destra si sono accapigliati tristemente su chi era la maglia rosa del Giro, nelle discese ardite e nelle risalite dei sondaggi, e sono stati ampiamente infilati nella tappa finale a cronometro.

Meloni e Salvini sono figli, più o meno benemeriti, di Roma e Milano, le principali città al voto. Ma nessuno dei due ha avuto il coraggio di candidarsi alla guida delle propria città. Cosa che a Parigi si fa normalmente, se si vuole un domani puntare all’Eliseo.

Cosa che fece pure Fini perdendo con onore.

Se si hanno delle idee bisogna dargli gambe generose.

In caso contrario rimangono velleità di rappresentanza, che, nel quadro enormemente mutevole della società italiana, sono destinate a cambiar di segno come la marea.

Una cosa è chiara che il populismo degli elettori si rifugia nell’astensione, e che il populismo politico ha esaurito la sua capacità rappresentativa.

Ma è finito, causa astensione massiccia, anche il bipolarismo maggioritario.

O si torna complessivamente al proporzionale, tornando sui territori o si avrà una democrazia infimamente e pericolosamente minoritaria.

In Sicilia si dice murìu u cane, indicando chi prima abbaiava.

È una sintesi, in volgare, di quello che registra oggi il termometro della società politica italiana.

Domani è un altro giorno.