Cultura

Film, “Che fine ha fatto Bernadette” con Cate Blanchett

CHE FINE HA FATTO BERNADETTE
Regia di Richard Linklater. Con Kate Blanchett (Bernadette Fox), Billy Crudup (Elgie), Kristen Wiig (Audrey)
Usa 2019, 130’.
Distribuzione: Eagle Pictures e Leone Film Group

Dovrebbe sorprendere il fatto che l’ultimo film di Richard Linklater, acclamato regista di “Boyhood”, che sfiorò l’Oscar e vinse il Golden Globe nel 2015, passi oggi quasi inosservato nelle nostre sale? No di certo, perché sappiamo quanto il cinema del nostro, sempre pronto alla sperimentazione visiva e narrativa, sia poco adatto al pubblico delle abbuffate natalizie. E questo film, da questo punto di vista, non fa differenza.

Tratto dal romanzo di Maria Semple e ambientato ai giorni nostri, “Che fine ha fatto Bernadette?” ha al centro una donna, moglie e madre con un carattere duro e scortese, carismatico ma allo stesso tempo ripugnante. Forse Cate Blanchett, l’attrice che vinse l’Oscar nel 2005 per la sua interpretazione di Katherine Hepburn in “The Aviator”, era l’unica a poterle imprimere tutte queste sfumature. E a far emergere altro dal suo passato.

Come il romanzo era un guazzabuglio di e-mail, post su blog e social network e altre forme di scrittura contemporanea, allo stesso modo il film mescola videoclip, applicazioni che rendono visibile il pensiero e forme di comunicazione digitale. E, come il romanzo, esagera in bizzarrie e sottotrame che vivono di vita propria.

Il risultato può essere spiazzante, e nella seconda parte del film lavora su registri emotivi che possono far storcere il naso agli appassionati del cinema indipendente americano, ma Linklater mostra di avere coraggio anche nel rinunciare alla propria supremazia artistica per permettere a Cate Blanchett di farsi carico del risultato finale come e più che in “Blue Jasmine”, il film di Woody Allen del 2013 che le valse il secondo Oscar. E l’attrice ripaga regista e pubblico con una performance straordinaria, in bilico tra rigore ed eccesso, trovando improvvisa unità nella natura a tratti bipolare di un “io” rimosso ma ancora vivo e pulsante.

Voto: ☺☺☺1/2☻