Per far decollare la transizione ecologica e l’economia circolare occorrono nuovi strumenti economici e incentivi che guidino i mercati e gli operatori verso gli obiettivi ambientali del pacchetto “economia circolare”. Vanno adeguati gli strumenti esistenti ed introdotti nuovi incentivi che permettano ai mercati del riciclo e del recupero, di orientarsi definitivamente verso l’economia circolare, mutuando le esperienze di successo già viste in campo energetico. Ad oggi non esistono incentivi veri e propri al riciclo. Le risorse europee (Next generation Eu e Fondi strutturali) possono essere utilizzate per finanziare strumenti economici di mercato, aperti a tutti gli operatori, e non solo sostegno a investimenti puntuali, seguendo la positiva esperienza degli ecobonus in edilizia, automotive e industria 4.0. Abbiamo avanzato al nuovo Governo e al nuovo Ministro cinque proposte.
Primo: regolare bene corrispettivi e tariffe da parte di Arera in modo da incentivare qualità e investimenti, favorire il riciclo, garantire una adeguata remunerazione nel rispetto dell’esito delle gare. Nel tempo incentivare il passaggio a tariffa puntuale in modo da ottenere un incentivo al riciclo e alla riduzione della produzione di rifiuto.
Secondo: migliorare il regime di Responsabilità estesa del produttore (Epr) definendo rapidamente gli accordi con i comuni per una copertura dei costi di raccolta fra l’80 e il 100 % ed estendere la responsabilità del produttore ad altri flussi di rifiuto.
Terzo: serve uno strumento innovativo come i Certificati del riciclo (Cdr) che potrebbe essere applicato anche alle filiere del riciclo, per attestare l’effettivo riciclo di una tonnellata di rifiuto da imballaggio o di altri flussi. Vanno introdotti inolte i “certificati bianchi del riciclo” allargando alle aziende che producono materiali o prodotti riciclati (cartiere, vetrerie, acciaierie, industrie plastiche, del legno, tessili) i titoli di efficienza energetica.
Quarto: il mantenimento poi degli incentivi al Waste-to-energy (Wte) deve servire a sostenere anche economicamente le alternative allo smaltimento in discarica, a promuovere un rinnovamento del parco impiantistico coerente con il desiderio di minimizzare le emissioni climalteranti e traguardare un’efficiente ed efficace gestione dei rifiuti, realizzandogli impianti mancanti in un quadro di tariffe ragionevoli. Occorre mantenere e potenziare gli incentivi al biometano, allungando al 2024 l’attuale scadenza al 2022.
Quinto: il tributo speciale per il conferimento in discarica dovrebbe essere modificato, considerando l’attuale aliquota massima un riferimento minimo nazionale a cui agganciare meccanismi premianti/penalizzanti. I ricavi della tassazione ambientale devono essere poi integralmente utilizzati per finanziare gli investimenti e gli strumenti economici per la gestione dei rifiuti, in primis a favore dell’industria del riciclo.
Cinque strumenti capaci di far funzionare e dare stabilità ad un mercato globale complesso.