MESSINA – “Dobbiamo stare tra la gente, riposizionarci nella comunità”. È il nuovo approccio della Cisl messinese di fronte ai processi di cambiamento in atto, ma anche un modo per ridare forza ai valori originari dell’organizzazione sindacale di ispirazione cristiana.
Ieri è stata inaugurata la sede periferica in via Palermo e si attiva così, come spiegato dal segretario Nino Alibrandi, un laboratorio che avvia la fase congressuale da cui uscirà un progetto di quattro anni che mira al ridisegno e potenziamento della presenza della Cisl in provincia e nelle periferie, con alcune finalità particolari: supportare lavoratori e pensionati in difficoltà, indirizzare le nuove generazioni a cogliere le opportunità che il territorio offre, proporre una nuova visione di città.
“Abbiamo scelto di spostarci nelle periferie – sottolinea Alibrandi – per stare vicini al disagio. Nella sede in via Palermo alto, tra Ritiro e Giostra, immaginiamo di strutturare un punto sociale di prossimità e dare quindi una mano alla comunità. Messina è fatta di villaggi, di piccole città dentro la città. Stare nelle zone dove c’è molto disagio con i nostri servizi e le nostre associazioni che hanno anche il banco alimentare, significa aiutare direttamente le famiglie. Lo abbiamo fatto con la sede centrale e nei punti che abbiamo nella provincia, ma pensiamo che sia importante allargare la presenza mettendo sul piatto ulteriori risorse. Siamo convinti che questa sia la nostra missione”.
Alibrandi specifica gli obiettivi della Cisl: “Avvicinare i giovani e gli anziani, metterli insieme, compiere analisi dei bisogni e capire se si può creare una progettazione sociale in grado di dar vita a nuove opportunità, puntando magari alle parti che sono state abbandonate. È il principio che animava Don Milani, che è poi l’ispirazione della Cisl. Ci mettiamo a disposizione della comunità della zona, ma soprattutto lavoreremo in sinergia con la Chiesa del quartiere, che ha un termometro molto realistico dei bisogni”.
“Il Covid – aggiunge – ha aperto scenari di povertà nuovi che spesso non riescono a trovare risposte. Vi sono persone comuni che hanno paura di chiedere aiuto e si sentono umiliate a dovere rappresentare la propria condizione. Chi vive in povertà da sempre sa come muoversi, dove andare a chiedere, noi ci ritroviamo con dei lavoratori, pensionati ma anche artigiani che hanno perso tutto in questa emergenza pandemica, che non sono in condizione di chiedere, non sono attrezzati per utilizzare gli strumenti che consentono l’accesso ai sostegni e quindi rischiano l’isolamento”.
Un ruolo che, almeno in teoria, spetterebbe alle Municipalità. “La grande assente – afferma il segretario della Cisl Messina – è la politica. Siamo in perenne campagna elettorale, si promettono tante cose e la pandemia sembra che non abbia insegnato nulla. Continuano a esserci carenze nell’assistenza sanitaria e anche la gestione delle vaccinazioni non è stata rispondente alle esigenze. Bisogna incrementare le campagne di prossimità con camper nelle periferie, intercettare chi non è informato. La politica ha abbandonato le periferie, tranne qualche consigliere e presidente di Circoscrizione non vi è nessuna azione di vicinanza ai bisogni delle comunità. Non vogliamo nessuna sovrapposizione, ma fare rete con le parrocchie e con chi si muove con la nostra stessa ottica di vicinanza alle comunità”.
Il sindacato sembra aver perso rappresentatività e anche per questo deve ridisegnare il suo ruolo di fronte a tanti cambiamenti. “La Cisl – conclude Alibrandi – è ben rappresentata. Ci sono oltre 34 mila iscritti a Messina e provincia. Sappiamo che non si può più procedere con le vecchie modalità sindacali, ci sono nuovi modelli organizzativi che guardano alle tipologie di lavoro nate con le nuove tecnologie, cambiamenti che la pandemia ha accelerato. Siamo pronti a rimodulare le azioni previste, rimanendo ancorati ai nostri valori fondativi. Vogliamo avere un ruolo propositivo, ragionare con tutte le parti sociali e politiche che vogliono fare uscire Messina dal baratro, contribuire a un nuovo modello di sviluppo economico, industriale e artigianale del territorio, sperando che non si commettano gli errori del passato, mettendo insieme tradizione e nuove tecnologie”.