MADRID – Ha preso il via ieri la COP 25 di Madrid, la conferenza sul clima dell’Onu, a cui partecipano le delegazioni di 196 Paesi firmatari dell’accordo di Parigi del 2015.
Nell’immediata vigilia dei lavori, il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha avvertito che “il punto di non ritorno” è ormai vicino.
La conferenza è stata organizzata all’ultimo minuto nella capitale spagnola, dopo il ritiro di Brasile e Cile.
I 25.000 delegati, tra cui la giovane attivista ambientale svedese Greta Thunberg, in questi giorni saranno accolti all’Ifema, una grande fiera espositiva situata vicino all’aeroporto internazionale di Madrid. Mentre il Cile mantiene la presidenza dell’evento, molti critici sono emersi dalla società civile, temendo che il trasferimento della sede impedirà ad alcuni partecipanti di recarsi a Madrid (costi extra, visti, ecc.).
“Time for action”, il momento d’agire: lo slogan di questa 25esima riunione annuale delle Nazioni Unite sul clima è chiaro. L’obiettivo principale è incoraggiare gli Stati firmatari a rivedere, entro la fine del 2020, il loro impegno a ridurre le emissioni di gas a effetto serra.
L’accordo di Parigi del 2015 prevede che i circa 200 Paesi firmatari rivedano i loro impegni di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra entro la fine del 2020.
“Ci siamo ancora”: lo ha ribadito la presidente della camera Usa Nancy Pelosi nonostante il ritiro dall’intesa per fermare il riscaldamento globale annunciato da Donald Trump. Quello di Pelosi è certamente un gesto politico forte un mese dopo che il presidente ha ufficializzato che gli Usa usciranno dall’accordo di Parigi l’anno prossimo. Proprio alla vigilia della Cop 25 di Madrid, tra l’altro, l’ex capo della diplomazia statunitense John Kerry ha lanciato ufficialmente una coalizione per combattere la crisi climatica. Chiamata “World War Zero”, questa iniziativa riunisce personaggi politici di diversa estrazione, star del cinema e del mondo dello spettacolo. “Stiamo riunendo improbabili alleati con una missione comune: spingere il mondo a rispondere alla crisi climatica nello stesso modo in cui ci siamo mobilitati per vincere la Seconda guerra mondiale”, si legge sul sito web della coalizione.
Tra le personalità politiche che hanno aderito all’iniziativa dell’ex capo del dipartimento di Stato figurano l’attore Arnold Schwarzenegger, ex governatore repubblicano della California, e John Kasich, ex governatore repubblicano dell’Ohio, ma anche l’ex presidente democratico Bill Clinton e l’ex segretario di Stato Madeleine Albright. L’attrice britannica Emma Watson, la star della musica Sting e l’attore Leonardo Di Caprio fanno parte dell’elenco.
Le catastrofi naturali alimentate dall’impatto del cambiamento climatico sono la prima causa al mondo di migrazioni forzate all’interno di paesi spesso già poverissimi o dilaniati da conflitti. Negli ultimi 10 anni sono aumentate di 5 volte e hanno costretto oltre 20 milioni di persone ogni anno, una persona ogni due secondi, a lasciare le proprie case per trovare salvezza altrove. È l’allarme lanciato da Oxfam, attraverso un nuovo rapporto, diffuso in occasione dell’apertura del vertice Onu sul clima in programma fino al 13 dicembre a Madrid.
Un dossier che rivela come cicloni, inondazioni e incendi hanno 7 volte più probabilità di causare migrazioni forzate rispetto a terremoti o eruzioni vulcaniche e 3 volte di più rispetto a guerre e conflitti.
“Un trend drammatico che pur non risparmiando nessun Paese paradossalmente colpisce soprattutto i Paesi più poveri, che non hanno praticamente responsabilità sul livello di emissioni globali di CO2 in atmosfera”, spiega l’organizzazione.