Oxfam, “L’Italia non rinnovi l’accordo con la Libia dei lager” - QdS

Oxfam, “L’Italia non rinnovi l’accordo con la Libia dei lager”

redazione

Oxfam, “L’Italia non rinnovi l’accordo con la Libia dei lager”

mercoledì 30 Ottobre 2019

“Nei campi di detenzione libici si consumano terribili di torture, stupri e omicidi”. Firmato nel febbraio 2017 non è stato mai ratificato dal nostro Parlamento

ROMA – A pochi giorni dall’ultima data utile per la revoca – il prossimo 3 novembre – Oxfam chiede al governo italiano di non rinnovare l’accordo Italia-Libia, mettendo la parola fine a “una delle pagine più tristi e vergognose della nostra storia recente”. È quanto si legge in una nota che ricorda come l’accordo non sia mai stato ratificato dal Parlamento italiano contrariamente a quanto previsto in Costituzione (ex art. 80).

“Come organizzazione, impegnata da anni nell’accoglienza dei richiedenti asilo, abbiamo raccolto testimonianze terribili di torture, stupri, omicidi avvenuti nei campi di detenzione libici.

L’accordo che il nostro governo ha firmato con la Libia a febbraio 2017 ha di fatto consentito queste violazioni indicibili e non dovrebbe dunque essere tacitamente rinnovato”, ha detto Paolo Pezzati, policy advisor per la crisi migratoria di Oxfam Italia.

“Al momento”, ha spiegato Pezzati, “secondo L’Unhcr nei centri di detenzione ufficiali sono rinchiuse oltre 4.500 persone, mentre in quelli non ufficiali, gestiti dalle organizzazioni criminali, ne sono stimati a decine di migliaia. Uomini, donne e bambini che non solo subiscono trattamenti inumani e degradanti, ma rischiano di morire sotto le bombe in un paese in guerra”. Si tratta di “un orrore a cui bisogna porre fine con un Piano di evacuazione coordinato dalle Nazioni Unite, che preveda una ridistribuzione dei migranti a livello europeo”. “È inoltre urgente una seria azione di monitoraggio e inchiesta di quanto successo fin qui, attraverso l’istituzione di una Commissione parlamentare”, ha insistito.

Ignorando le condizioni disumane dei migranti in Libia, i Governi italiani che si sono succeduti dopo la firma dell’accordo hanno continuato a finanziare interventi in Libia, come la formazione di personale locale nei centri di detenzione ufficiali o la fornitura di mezzi terresti e navali alla Guardia costiera e alle autorità libiche, per un costo di oltre 150 milioni di euro, cresciuto di anno in anno: circa 43,5 di euro nel 2017, più di 51 milioni nel 2018 e oltre 56 milioni nel 2019.

“I soldi spesi dai Governi Gentiloni e Conte sono serviti a finanziare la Guardia costiera libica che, come denunciato dalle Nazioni unite, impiega alcuni dei più pericolosi trafficanti di esseri umani”, ha aggiunto Pezzati.

“Mentre non sono serviti a porre fine alle morti in mare e al traffico di esseri umani. Nel 2019, 692 persone hanno perso la vita nel Mediterraneo centrale con un tasso di mortalità sui tentativi di traversata balzato al 3,5% dal 2,1% del 2017(2). Per questo chiediamo al Governo di non rinnovare l’accordo Italia-Libia e non rifinanziare le missioni militari in Libia, superando le divisioni su un tema che richiama essenzialmente il rispetto dei diritti umani sancito dalla nostra Costituzione”.

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