Che fai di mestiere? Il Fondatore - QdS

Che fai di mestiere? Il Fondatore

Carlo Alberto Tregua

Che fai di mestiere? Il Fondatore

giovedì 25 Aprile 2024

Novantenni, gloria d’Italia>

Leonardo Del Vecchio – che ha cominciato a fabbricare montature per occhiali e ha accumulato un enorme patrimonio di decine e decine di miliardi – è morto a ottantasette anni.
Bernardo Caprotti ha fondato la Esselunga e anch’egli, morto a novantuno anni, ha lasciato un’azienda prosperosa e in continua crescita.
Giorgio Armani compie novant’anni ed è ancora in piena attività, per cui sta predisponendo una collocazione in borsa del suo gruppo o una vendita, ma non subito.
Silvio Berlusconi, morto a ottantasette anni, ha fondato un gruppo dal nulla e, pur con tutte le critiche politiche, sul piano imprenditoriale non gli si può rimproverare nulla, avendo, fra l’altro, inventato la televisione privata, combattendo così contro quella struttura monolitica che una volta era la Rai.
Ennio Doris, scomparso a ottantuno anni nel 2021, ha fondato nel 1997 la Banca Mediolanum, che oggi è un importante istituto di credito nel nostro Paese.
Michele Ferrero, morto a quasi novant’anni, in due ore ha inventato il marchio Nutella, ormai famoso nel mondo.

L’elenco dei Fondatori potrebbe proseguire a iosa, ma ci fermiamo perché il senso di quanto scritto è quello di mettere in evidenza i “visionari”, cioè coloro i quali sono partiti da zero e hanno realizzato gruppi incredibili per dimensioni, con uno sguardo oltre l’orizzonte, che solo loro avevano.
Tuttavia, vogliamo citare ancora François Pinault, fondatore delle società Artemis e Kering, il quale a ottantotto anni è stato ricevuto all’Harry’s bar di Venezia dal suo fondatore, Arrigo Cipriani, di anni novantadue. Ricordiamo che Cipriani ha anche fondato l’Harry’s bar di New York e di Roma.
Non possiamo trascurare Bill Gates, che ha fondato con un amico in un garage di Albuquerque la Microsoft; oppure Steve Jobs, che ha fondato la Apple e via enumerando.

Perché questa breve lista dei Fondatori? Perché sono proprio costoro che hanno fatto progredire le civiltà, inserendo nel sociale innovazioni di ogni genere, con progressi enormi nel modo di vivere.
Tim Berners-Lee ha fondato Internet, che ha consentito la diffusione delle informazioni in tutte le parti del mondo.

Bisogna augurarsi che di questi personaggi ne nascano molti e sempre di più, perché l’evoluzione della specie è fondata sulle invenzioni. Ovviamente non solo quelle economiche, ma soprattutto quelle della ricerca scientifica e medica, che consentono di approdare a nuovi farmaci e a nuove soluzioni che migliorano fortemente la qualità della vita.

Non bisogna avere paura nel guardare lontano – sempre con i piedi fermamente ancorati al terreno – perché la capacità, quasi caparbia, e la volontà di arrivare ai traguardi è una forza che ognuno di questi benemeriti Fondatori ha avuto: una volontà incrollabile nell’affrontare e superare le immense difficoltà che hanno trovato dalla nascita del loro progetto.
La paura è istintiva e nasce con l’uomo, accentuata dall’istinto di conservazione, che è innato in ognuno di noi, ma non bisogna avere paura della paura.

Fa da contraltare alla paura il coraggio, che è razionale ed espressione di volontà e di ottimismo, cioé guardare avanti sapendo che anche l’impossibile si può realizzare, basta volerlo.
Però, a non essere presuntuosi, bisogna ricordarsi che una piccola componente nella realizzazione dei progetti di qualunque dimensione è la fortuna (nel processo di creazione, per il posto in cui si nasce, eccetera). Andare col vento contrario o col vento in poppa fa la differenza, ma la direzione del vento non è nelle nostre facoltà, anche se dobbiamo augurarci che esso spiri a nostro favore.

E poi una componente di questi Fondatori è stato il divertimento che hanno provato nell’immensa fatica connaturata ai loro progetti, perché quando un lavoro piace questo consente di superare tutte le enormi difficoltà che si affrontano.
Ovviamente, per fare quello che descriviamo bisogna avere fiducia in se stessi, senza presunzione, ma con la consapevolezza che il risultato, dopo un percorso impervio e difficile, si può raggiungere.

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