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“Cluster home”, una mano agli studenti fuorisede per trovare casa al Centro-Sud

Proseguono le iniziative promosse dal dipartimento di Economia e impresa dell’Università di Catania per costruire un percorso di studi che sia davvero formativo e che offra, a studenti e studentesse, l’opportunità di “mettersi in gioco” e di sperimentare sul campo le loro idee imprenditoriali. Non solo l’ormai celebre “Start Cup”, una business plan competition dell’Unict – promossa dal professore Rosario Faraci – che seleziona idee imprenditoriali provenienti dal mondo universitario e della ricerca pubblica proposte da team, ma anche la Start Up Competiton, organizzata nell’ambito del corso di studio tenuto dalla professoressa Carmela Schillaci, che mira a premiare le migliori idee elaborate dagli studenti del corso stesso, organizzati in gruppi. Il Quotidiano di Sicilia ha scelto di intervistare i gruppi che si sono piazzati sul podio, per conoscere idee ed obiettivi delle loro start up “in erba”. Iniziamo con Daniele Ingarao, ceo della startup composta anche da Aurora Micalizzi, Carla Fresta, Costanza Longo, Claudio Abramo e Simona Maria Di Gioia.

Come si chiama il vostro progetto e a chi si rivolge?
“Il nostro progetto si chiama ‘Cluster Home’ ed è un portale rivolto agli studenti e ai lavoratori fuorisede che cercano casa nel centro-sud Italia. Abbiamo creato questo progetto per affrontare le difficoltà che ragazzi e ragazze incontrano nel trovare alloggi in questa zona, a causa dei numerosi annunci scritti male e privi di foto. Il nostro obiettivo è semplificare il processo di ricerca immobiliare, al fine di aiutare gli studenti e i lavoratori fuorisede a trovare l’alloggio ideale nella regione desiderata in modo facile, semplice e smart”.

Com’è nato il progetto e perché avete deciso questo specifico ambito d’azione?
“Cluster Home nasce dall’esperienza diretta di molti di noi come studenti fuorisede che si sono trovati ad affrontare sfide nel cercare una casa adeguata. Abbiamo sperimentato il frustrante processo di dover visionare decine di annunci immobiliari, spesso scritti male, senza foto o senza feedback. Queste difficoltà ci hanno spinto a creare una soluzione per semplificare e migliorare l’esperienza di ricerca immobiliare per gli studenti e i lavoratori fuorisede nel centro-sud Italia. Abbiamo scelto di concentrarci su questo specifico ambito di azione perché abbiamo riconosciuto che la zona del centro-sud Italia è spesso trascurata dai principali attori del settore tech-immobiliare, che tendono a concentrarsi maggiormente sul nord Italia. Vogliamo semplificare il processo di ricerca, risparmiando tempo e sforzi a chiunque si trovi in questa situazione e offrendo una soluzione efficace alle difficoltà che abbiamo incontrato personalmente”.

Quali sono, a vostro avviso, gli aspetti più innovativi e significativi della vostra proposta?
“La nostra proposta presenta diversi aspetti innovativi e significativi che rendono il progetto Cluster Home unico e vantaggioso per gli studenti e i lavoratori fuorisede che cercano casa nel centro-sud Italia. L’utilizzo dell’intelligenza artificiale, il supporto dedicato e la realizzazione di una community contribuiranno al raggiungimento degli obiettivi di semplificazione e trasparenza”.

Quanto è importante, per il vostro percorso formativo, un’esperienza come quella della Start Cup?
“La partecipazione alla Start Cup, organizzata dalla professoressa Schillaci, è stata un’esperienza formativa fondamentale per il nostro percorso di sviluppo imprenditoriale. Ci ha fornito preziosi strumenti, opportunità di apprendimento e visibilità. Infine, essere riconosciuti come la migliore startup nella competizione ha confermato la validità e il potenziale del nostro progetto, fornendoci una maggiore visibilità e credibilità nell’ambito imprenditoriale”.

Cosmico, in tre anni da zero a due milioni di fatturato

Mentre ad inizio 2020 il mondo stava iniziando a prendere familiarità con lo smart working, c’era già chi ne immaginava una versione 2.0. Si tratta degli imprenditori catanesi Francesco Marino e Simone Tornabene, fondatori di Cosmico, startup che connette aziende e professionisti del digitale, dando a questi ultimi tutti gli strumenti per scegliere dove e con chi lavorare. “Il Covid – spiega Marino – ha accelerato una percezione che già in molti lavoratori stava cominciando a farsi largo: ovvero quella che il proprio talento può essere messo a frutto anche lontano dall’ufficio. Oggi il lavoro è profondamente cambiato: che tu ti trovi a Catania, in Sardegna o in Trentino, le tue competenze possono essere messe ugualmente a frutto e al servizio dei top brand internazionali”.

Un’esperienza che, a tre anni dalla sua nascita, ha già riscosso un notevole successo, con una community di oltre 9.000 professionisti e un fatturato che quest’anno ha superato i 2 milioni di euro. Non a caso, Cosmico è stata la realtà virtuosa protagonista del secondo appuntamento di Pitch, Match, Deal!, il format – che intende mettere in connessione aziende innovative con potenziali advisor e finanziatori – nato in seno al festival sull’impatto sociale Make in South, promosso da Isola Catania. “In quanto al tema di un possibile ecosistema delle startup – ha affermato Armando Palma, presidente di Arcadia Holding che ha introdotto l’incontro – in Sicilia siamo un po’ all’anno zero. Questo format vuole essere una scintilla che, partendo dal racconto di realtà di successo nate sul territorio, si evolva per diventare un luogo in cui le buone idee trovino un network pronto a sostenerle. Dopo l’ottimo riscontro della prima puntata dedicata a Boniviri, l’esperienza di Cosmico rappresenta una tappa importante in questo processo virtuoso”.

Di assoluto rilievo le aziende che si rivolgono alla piattaforma per trovare le professionalità di cui hanno bisogno. Tra loro realtà come Huawei, Accenture, Mail Boxes ETC., RCS possono trovare e mettersi in contatto con figure specializzate, dal mondo del design a quello dello sviluppo di software passando a quello della creazione di contenuti. Da parte loro, i talenti del digital nella rete di Cosmico possono beneficiare di tutti i vantaggi di lavorare da remoto senza, per questo, dover rinunciare all’aspetto sociale delle modalità tradizionali: “Il nostro motto è ‘non siamo fatti per stare soltanto in ufficio’. Spesso lavorare in remoto vuol dire farlo da casa in solitudine, senza la possibilità di instaurare contatti con gli altri. Per questo motivo, abbiamo creato un sistema in base al quale lavorando ai nostri progetti i consulenti ottengono l’accesso a spazi in cui vivere e lavorare insieme ad altri. Si chiamano ‘Space Hubs’, ville esclusive situate in location come la Valle del Chianti e Tenerife (ne apriremo presto anche una in Sicilia): qui è possibile condividere un’esperienza unica insieme ad altre persone che fanno il tuo stesso lavoro, con le quali passare il tempo libero e, perché no, dare vita a nuovi progetti”.

La startup, che ha sede Milano, ha recentemente concluso un round di raccolta raggiungendo la ragguardevole cifra di 1,85 Mln di euro, convincendo investitori come Prana Ventures, Bonsai Ventures, Growth Engine e importanti business angels, investitori che, oltre ai capitali, contribuiscono con know-how e contatti in cambio di quote societarie. Un successo dalle radici tutte siciliane che, fuori dall’isola, ha trovato le condizioni giuste per esprimere tutte le sue potenzialità. E se, per il momento, la Sicilia ha ancora della strada da fare per diventare una realtà attrattiva a 360 gradi, storie come quella di Cosmico e format come Pitch, Match, Deal! sono un ottimo inizio.