Un caso al minuto, circa 27.000 al mese, più di 400.000 bambini colpiti ogni anno: questi i numeri in Italia della gastroenterite da Rotavirus. Una patologia, molto diffusa ma poco conosciuta, che colpisce i bambini al di sotto dei cinque anni, spesso entro il primo anno di vita, provocando diarrea, febbre, vomito e disidratazione, con sintomi così gravi da richiedere anche il ricovero in ospedale.
Il vaccino rimane l’unico vero metodo attualmente a disposizione per prevenire queste conseguenze. Ecco perché lOrganizzazione Mondiale della Sanità ha emanato nel 2009 una raccomandazione per includere la vaccinazione anti Rotavirus nei programmi vaccinali di tutti i Paesi. La Sicilia nel 2013 è stata la prima regione in Italia a ricevere questa vaccinazione in offerta attiva gratuita. Ma, ciò nonostante, si fatica a raggiungere le coperture vaccinali attese, come indicato dal PNPV 2017-2019 che prevede un target del 95%. È quanto è emerso in occasione della tavola rotonda Prevenzione della malattia da Rotavirus: l’importanza della vaccinazione per #unapreoccupazioneinmeno. L’importanza della vaccinazione –
Poiché non esiste una terapia antivirale specifica per l’infezione da Rotavirus, il vaccino rimane l’arma più importante per combattere l’infezione. “Il virus si diffonde facilmente nelle comunità infantili sotto i cinque anni ed è ad alta trasmissibilità ha affermato il professor Francesco Vitale, Ordinario di Igiene allUniversità di Palermo e Responsabile UOC Epidemiologia clinica con registro Tumori A.O.U.P. Palermo -. Va inoltre considerato che è più presente d’inverno, stagione in cui le neonatologie e i pronto soccorso pediatrici sono più affollati per malattie respiratorie acute. Una situazione che rende più favorevole l’epidemia in ospedale. La gastroenterite che ne deriva è molto violenta, acuta, specie in bimbi sotto il primo anno di età e può dare una grave disidratazione, fino a portare al ricovero in terapia intensiva, addirittura si può arrivare al decesso. Però il vaccino è uno strumento molto efficace, più valido di qualsiasi altra forma di prevenzione.
I dati della Regione Sicilia – L’introduzione in Sicilia della vaccinazione raccomandata nel piano regionale, che risale al 2013, ha inciso positivamente sulla riduzione dei casi. Da una media nel 2013 di 960 ricoveri in reparti pediatrici e neonatologia, “nei 4 anni successivi abbiamo abbattuto del 50% i ricoveri, pari a 450 ha continuato Vitale -, un risultato importantissimo visto il danno che il virus può creare. Resta il fatto che non abbiamo ancora raggiunto una copertura ottimale. Specchio della frammentazione nazionale, il livello medio siciliano di adesione al protocollo vaccinale è del 60%, un dato da migliorare se lo si pone a confronto, ad esempio, con l’80% della Calabria e l’81% del Veneto.
Sono le province della Sicilia occidentale a raggiungere uno standard migliore, mentre il centro e l’est della regione sono più penalizzate, con Messina che si connota come provincia più complessa da gestire in generale dal punto di vista vaccinale. Formazione informazione per migliorare le coperture – Per migliorare i dati, è necessario che si segua una strategia condivisa, puntando sulla formazione e sull’informazione ha evidenziato Alessandro Arco, direttore UO Neonatologia allAzienda ospedaliera universitaria G. Martino di Messina -. E gli operatori devono informare i genitori sulla sicurezza del vaccino. Gli studi scientifici internazionali dimostrano la validità di questo strumento preventivo. Certo, occorre fare sempre una buona anamnesi, con particolare attenzione all’epoca neonatale prima delle 24 settimane e nei nati pretermine, ma ciò vale anche per tutte le altre vaccinazioni. Purtroppo, in trent’anni di terapia intensiva ho assistito anche a delle morti di piccoli non vaccinati contro il Rotavirus.
“Davanti ai timori avanzati dalle famiglie, il medico pediatra ha un compito molto importante. Noi siamo il tramite tra le istituzioni e la salute del bambino, quindi, credo che la prima cosa sia informare e coinvolgere i genitori ha affermato Antonino Gulino, pediatra di libera scelta -. Chi si documenta su “Dottor Google” pensa che il danno del virus sia una semplice diarrea: tocca quindi a noi dire che invece il Rotavirus dà conseguenze gravi. Ho testimonianza di ricoveri di bimbi in shock finiti in terapia intensiva. Occorre inoltre, secondo Gulino, che si implementino le sedi vaccinali alternative, in modo che lopportunità di vaccinare i piccoli sia più accessibile, estendendo la possibilità di vaccinare anche ai pediatri: sono figure di famiglia e hanno più possibilità di essere ascoltati da parte dei genitori”.