Pezzi di Pizzo

Eau de Munne’z

È tornata! Non avevamo dubbi, ormai solo lei è una certezza della vita palermitana, il suo aroma non sa di sandalo o gelsomino, di ambra o zafferano, il suo odor non è J’ador di Dior, ma Eau de Munne’z. Il suo profumo si spande ovunque, esaltato dal caldo, non ha confini, il culmine è ovviamente a Bellolampo, tra gabbiani festanti e piazzali infestati, ma lo puoi trovare in via Lanza di Scalea o a Brancaccio, al Borgo Vecchio o nel salotto di Palermo. È l’unica parvenza di trasversale democrazia in una città altrimenti braminica nelle sue caste. Mucchi, montagne, vette inarrivabili di sacchetti variopinti tendono al cielo come guglie gotiche. Un attento urbanista potrebbe almeno imporre un piano del colore per i sacchetti, per evitare scelte cromatiche che oltre ad offendere le narici possano disgustare le cornee.

E poi ci sono le corna, di quei palermitani avvezzi a buttar di tutto, a qualunque ora, in qualunque forma, fuori di casa, sia che siano materassi che cessi, interi salotti delle nonne e indumenti unti e bisunti, vista la nostra passione per friggere di tutto, pure il cartongesso.

È una discarica paesaggistica Palermo, che fa di noi il primo paese albergo della munnizza. Addirittura quei residenti dell’hinterland ne portano un po’ da noi, per sentirsi parte di un grande progetto di valorizzazione culturale trash.

È perfino nato un museo virtuale, il Muspat, ottimamente diretto dal filosofo oste Giuseppe Bonomo, che raccoglie le performance artistiche del trash da strada palermitano. Tra poco l’immondizia di Palermo verrà elevata a Street Art, come i murales di Bansky. Certo le vecchiette non potranno più camminare sui marciapiedi, atti solo a giovanotti alla Tamberi specializzati nel salto in alto, e potremmo dover fronteggiare nuove pandemie,  derivanti dalle mutazioni genetiche dei ratti, ormai veri padroni insieme alle inossidabili blatte della città.

La società deputata allo scopo è più devastata dell’esercito ucraino, e nonostante l’ottimo presidente senza equipaggiamenti tecnologici ed umani sufficienti.

Le altre città metropolitane si sono dotate di multiutilities, quotate in borsa, per raccogliere fondi per gli investimenti necessari atti a espletare i servizi, noi continuiamo a far da soli con bilanci comunali ormai da fondo del barile. Ovviamente l’esplosione dell’immondizia avviene d’estate quando i palermitani quasi raddoppiano per il rientro dei migranti e i flussi turistici importanti ormai, ed il biglietto da visita della città olezza di Eau de Munne’z, le parfum palermitain.