Pezzi di Pizzo

Una serie di sfortunati eventi

Tutto cominciò con il caso Cannes, in cui il Presidente della Regione Siciliana fu indotto in errore a firmare una delibera, poi per fortuna revocata, che dilapidava per alcune foto ingenti somme della programmazione Europea. Poi ci furono, in ordine sparso: l’incendio dell’aeroporto di Catania, le piogge infinite a giugno che hanno fatto esplodere la peronospora, le autobotti nuove ferme perché nessuno è abilitato a guidarle nonostante i “sorprendenti” incendi, le liste idonee e più idonee della sanità che oggi si scoprono – dopo un anno – incomplete dei manager di supporto, il concorso per gli ispettori del lavoro in cui tutti rinunciano, all’assessora aggredita da Report per trascorsi familiari imbarazzanti, oggi, last but not least, il concorso atteso da tanto tempo di agenti forestali in cui al primo posto della graduatoria si piazza il figlio dell’ex dirigente generale.

È proprio una serie di sfortunati eventi che persiste sull’isola tanto amata da Visconti a Dolce e Gabbana, da Ingrid Bergman a Rossellini, da Battiato, che fu pure per breve tempo assessore regionale, a Wagner, a Goethe. Sembra che la Regione abbia un dono inverso a quello di Re Mida. Ma tutta questa serie di sfortunati eventi per forza in Sicilia devono accadere? Che ci sia lo zampino di quel terribile Agrigentino che scrisse “La Patente”? Già ci immaginiamo che a Palazzo d’Orléans e dintorni regionali deambuli un uomo con i baffi, non mi ricordo se ci fossero ma gli starebbero bene, un cappello in testa e degli occhiali scuri, la classica effige dello jettatore. Ma cosa fare per scongiurare il malocchio che sembra essersi abbattuto sulla Regione Siciliana? Ingaggiare un mago, più che dei dirigenti consapevoli?

Una volta poteva succedere che il figlio di qualcuno noto vincesse un concorso: le università siciliane si spopolerebbero di docenti se non fosse così; ma che su 46 tra 20.000 arrivasse, giusto giusto, primo il figlio dell’ex direttore è da statistica aliena, se non sfiga? Magari nono non sarebbe stato meglio? Anche per la forma. Perché il rischio, certo, è che qualcuno faccia ricorso e invalidi tutto, e si debba ricominciare daccapo. Nel frattempo gli agenti forestali, che hanno di media 60 anni, arriveranno alla pensione, e i boschi saranno del tutto bruciati a questo ritmo. E poi che ne facciamo di agenti forestali senza più foreste? Li mettiamo a pattugliare i parchi urbani per multare le deiezioni dei cani?

Troppi eventi sfortunati, come l’eccezionale incredibile scirocco per gli incendi: si sa che qui in Sicilia tira il Ponentino, come a Roma Capoccia. Se il mago, anche per la difficoltà di assumerne uno a causa di una quasi impossibile commissione di concorso, per lo “scuorno” non si trova, almeno un prete, anche senza selezione pubblica, l’importante che non sia vestito di nero. Come i gatti.

Così è se vi pare (tornando all’Agrigentino).