Ventimila. È l’ampissimo numero di quesiti da cui sono state attinte le domande finite sui display a disposizione dei candidati che hanno partecipato al concorso per agenti del Corpo forestale, indetto dalla Regione a fine 2021 e svoltosi a fine ottobre. L’appuntamento, atteso da tantissimi giovani speranzosi di agguantare uno dei 46 contratti a tempo pieno e indeterminato messi in palio, nel giro di pochi giorni ha iniziato ad assumere i contorni del giallo, senza privarsi di quei tratti di grottesco che, spesso, hanno contraddistinto la Regione nella gestione delle selezioni pubbliche. Tanto per quanto riguarda l’erogazione di sostegni economici alle imprese, come nel caso dei disastrosi click day, che per l’assunzione di personale. Il sospetto che si è fatto largo, anche per l’intervento dei partiti d’opposizione che uno dopo l’altro hanno chiesto l’annullamento della procedura, è sempre lo stesso: i giochi potrebbero essere stati viziati da dinamiche che fanno a pugni con la trasparenza. E così su chat e gruppi social ci si continua a dividere tra chi va a caccia di ulteriori parentele eccellenti, dopo i casi Salerno e Bruscia, e chi invece ritiene che le coincidenze – e allo stato di questo si tratta – vadano prese come tali.
Ciò su cui si può provare invece a fare luce sono le dinamiche a monte del concorso. Dopo i retroscena relativi alla designazione, non senza polemiche, dei componenti della commissione, il QdS ha deciso di indagare in merito alla fase di selezione dei quesiti. Perché se è vero che la procedura di selezione è stata delegata dalla Regione a Formez Pa, ad avere un ruolo nel processo organizzativo sono anche alcune imprese private.
La principale novità della nuova stagione di procedure concorsuali che, dopo decenni, vedono protagonista la Regione è l’utilizzo di dispositivi per l’esecuzione delle prove. Abbandonate carta e penna, i candidati sono chiamati a confrontarsi con i quesiti a risposta a scelta multipla tramite l’uso di tablet. Le procedure prevedono anche l’uso di braccialetti dotati di Qrcode per l’identificazione dei candidati. Negli ultimi anni, ad affermarsi nel settore è stata soprattutto la Dromedian, azienda con sede in provincia di Chieti così come la controllata Recrytera. “Scopri la nostra campagna per la legalità. Concorsi smart completamente digitalizzati senza rischi di ricorsi, rapidi e a prova di furbetti”, è il messaggio divulgato in occasione di un evento di presentazione. Dalla società abruzzese – di proprietà di Bruno Del Carmine e Adriano Valente, con quest’ultimo che oltre a essere socio di maggioranza al 98% è anche amministratore – hanno confermato il coinvolgimento nella procedura di selezione del concorso siciliano: “Sì, abbiamo una commessa con Formez”, confermano dagli uffici.
Se Dromedian-Recrytera sono specializzate nella parte tecnico-informatica, per risalire agli ideatori delle domande che sono state sottoposte ai candidati – e anche qui non è mancata la polemica riguardante quella sul numero dei componenti dell’Ars, che parrebbe non essere stata aggiornata alla riforma che ha disposto la riduzione da 90 a 70 entrata in gioco con le ultime elezioni – bisogna spostarsi in Liguria.
A Genova, infatti, ha sede la Merito, azienda, come si legge sul sito, tra le “più accreditate nell’ambito delle selezioni di personale per le pubbliche amministrazioni mediante procedure automatizzate con somministrazione di test a risposta multipla attitudinali, culturali e professionali”. La società è di proprietà della famiglia Rossi-Venturini: le quote sono in mano a Loredana Venturini, e alla figlia Debora, mentre Sergio Rossi, rispettivamente marito e padre, riveste il ruolo di procuratore speciale. La scorsa estate, l’azienda, che dal 2018 ha una sede locale anche in provincia di Catania, a San Giovanni La Punta, si è aggiudicata una gara d’appalto indetta da Formez per la fornitura di 20mila quesiti: “Noi non abbiamo contatti con i clienti finali di Formez – specifica Sergio Rossi, contattato telefonicamente dal QdS – Abbiamo delle commesse per cui ci vengono richiesti tot quesiti di natura attitudinale, situazionale, tematica o di cultura generale, poi loro li usano per le varie procedure concorsuali. A noi – continua il procuratore speciale di Merito – spetta il compito di fornire i quesiti del livello di difficoltà che di volta in volta ci viene richiesto”.
Il capitolato d’appalto della gara vinta da Merito passa in rassegna anche il tema della riservatezza dei quesiti: “Le banche dati contenenti i test dovranno essere consegnate, in via riservata, secondo – si legge nel documento – le modalità indicate da Formez Pa ed esclusivamente a personale indicato e debitamente autorizzato da Formez Pa. Le banche dati oggetto della fornitura non potranno essere prese in visione, per nessun motivo e sotto nessuna forma (neanche con password crittografata o altre forme di protezione), da persone diverse da quelle indicate da Formez Pa”.
Quella formata da Sergio Rossi e Loredana Venturini è una coppia che da anni è protagonista del settore della somministrazione dei test per le selezioni pubbliche. Prima di fondare Merito, a fine 2014, i due sono stati all’interno di Praxi, società torinese di cui hanno rilevato un ramo d’azienda a dicembre dello stesso anno. Continuando nel percorso a ritroso, invece, li si trova nella Cnipec, impresa anch’essa genovese e amministrata da Plinio Venturini, il padre di Loredana, da diversi anni deceduto.
Quest’ultimo compare in un’intervista andata in onda, nel 2012, nel corso della trasmissione Piazza Pulita su La7. Al centro della puntata c’erano le ombre che avevano contraddistinto alcuni concorsi indetti dalla Regione Lazio. In un caso, nel 2011, tra i problemi sollevati dai partecipanti c’era stata la pubblicazione on line, per poche decine di minuti, della graduatoria: “Qualche giorno dopo esce sul sito della Regione la graduatoria e poi scompare”, racconta uno dei candidati al giornalista della trasmissione condotta da Corrado Formigli. L’aneddoto ricorda quanto accaduto nei giorni scorsi in Sicilia, con la differenza che la graduatoria con i risultati della prova selettiva ha iniziato a circolare tra i social network e le chat, dando il la a un rimpallo di responsabilità tra Formez e Regione, su cui ancora non è stata fatta luce. Nel caso della Regione Lazio, il concorso venne stoppato per l’esigenza di effettuare, si legge in un provvedimento dell’epoca, “verifiche sulla legittimità formale e sostanziale della procedura a seguito di numerosissime segnalazioni di presunte irregolarità”.
Tra le polemiche sollevate c’era anche quella riguardante un presunto caso parentopoli. Fatti simili a quelli che sarebbero accaduti due anni prima, nel 2009, in un altro concorso. Nell’approfondimento di La7 si citano, tra le società coinvolte nella gestione dei concorsi, sia la Praxi che la Cnipec. Ed è proprio in riferimento a quest’ultima che venne intervistato Plinio Venturini. L’uomo rilasciò dichiarazioni in cui prendeva le distanze dall’operato della figlia e del genero. Va detto, però, che a quelle frasi non sono mai seguiti provvedimenti da parte dell’autorità. “Parole al vento, non c’è mai stata alcuna indagine e noi abbiamo continuato a operare con professionalità e trasparenza”, chiosa oggi Sergio Rossi.