Molta carne al fuoco, in questo 36° congresso nazionale dell’Anm ( Associazione Nazionale Magistrati) che si è svolto il 10, 11 e 12 maggio a Palermo: riforme, separazione delle carriere, abrogazione dell’abuso d’ufficio e ruolo delle toghe nel dibattito sulla giustizia.
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Proprio su questi temi cardine si è concentrata la relazione del presidente nazionale dell’ANM Giuseppe Santalucia di venerdì scorso. Il dibattito si è sviluppato nella giornata di sabato con la partecipazione, un po’ a sorpresa, del ministro Nordio che ha ritenuto uscire dall’arena delle dichiarazioni “a margine” e dei comunicati stampa e affrontare “de visu” gli oltre mille magistrati che hanno partecipato all’attività congressuale.
In apertura di questa seconda giornata congressuale, il presidente della Corte d’Appello di Palermo Matteo Frasca ha dichiarato che “le recenti vicende riguardanti il ruolo tra giurisdizione e politica hanno innescato una pericolosa forma di antagonismo e sembra che si sia dimenticati come il modello della nostra società sia tracciato dalla Costituzione. La separazione delle carriere è inutile e dannosa. Tutto questo non ridurrà i tempi dei processi, che dovrebbe essere, invece, l’obiettivo primario da raggiungere”.
Significativo anche l’intervento della Procuratrice generale della Corte d’Appello di Palermo che ha dichiarato: “Il magistrato autenticamente imparziale è in grado di salvaguardare i diritti di quanti se li vedono negati. Le proprie idee, il vissuto, il bagaglio esistenziale è sì importante ma non deve condizionare il proprio operato. Non devo solo esserlo ma deve anche apparire tale. Le libertà del magistrato non devono essere sgretolate”.
Il vice presidente del Csm Fabio Pinelli, nel suo intervento, ha precisato che “viviamo un periodo in cui la politica sembra contestare alla magistratura di non essere imparziale nell’applicazione della legge e la magistratura si vede attaccata sulla sua capacità interpretativa delle norme. Al centro deve essere messo il tema della giustizia, la cui amministrazione ha bisogno di risorse adeguate e deve essere messa in condizione di poter operare per la salvaguardia dei diritti dei cittadini”.
Tra gli ospiti, in questa mattinata congressuale anche Elly Schlein che, nel suo intervento al congresso Anm, ha ricordato che “Palermo incarna il dolore di quegli anni bui che hanno visto le stragi del ’92 ma, contemporaneamente, ricorda la risposta dello Stato. All’interno del dibattito che riguarda la politica, il vostro apporto, voi che dalla Costituzione siete investiti dal ruolo di far rispettare, applicandola, la legge, è fondamentale. Spesso la politica non riesce a tenere il passo alla necessità di mantenere attuale la legislazione e invece, spesso, proprio voi siete arrivati prima della politica nel riconoscimento di diritti fondamentali dei cittadini come nel case del riconoscimento dei diritti dei figli delle coppie omogenitoriali o del fine vita”.
E continua: “Il ddl del Governo è solo stato anticipato e sarà necessario valutare concretamente il testo ma, non c’è dubbio, che la separazione delle carriere non può essere la soluzione e questo disegno si inserisce in uno scenario che determina una intolleranza nei confronti della magistratura. Test psicoattitudinali e criteri di selezione per l’accesso in magistratura generano un forte segnale di sfiducia da parte dei cittadini nei confronti dei magistrati. Al di là delle dichiarazioni dell’esecutivo, il tema della carenza di organico sia tra i magistrati sia sull’apparato tecnico amministrativo è sottovalutato mentre dovrebbe essere prioritario, così come il processo di informatizzazione e digitalizzazione, temi entrambi prodromici al raggiungimento dell’obiettivo della riduzione dei tempi del processo”.
“Il diritto a governare – ha proseguito Schlein – non è un assegno in bianco a governare e le attuali scelte del governo, premierato, autonomia differenziata, sono un chiaro segnale dell’obiettivo che questo esecutivo vuole raggiungere e l’indebolimento dell’autonomia della magistratura e del ruolo del presidente della Repubblica fanno parte di questo disegno. La democrazia è un qualcosa di più complesso che l’esercizio del voto ogni cinque anni”.
“Siamo stati davvero lieti della presenza oggi del ministro Nordio – ha dichiarato la vicepresidente dell’Associazione nazionale magistrati Alessandra Maddalena a commento dell’intervento al congresso Anm del ministro – e ancora una volta ci ha rassicurato sull’intenzione di mantenere ferma l’autonomia e l’indipendenza della magistratura. Ma ci ha confermato ancora una volta l’intenzione di andare avanti con la riforma sulla separazione delle carriere, che ancora una volta, lo ripetiamo, è incompatibile con il mantenimento dell’autonomia e dell’indipendenza della magistratura. Quindi noi continuiamo a ribadire la nostra contrarietà ad una riforma che stravolga l’impianto costituzionale a danno dei cittadini”.
“Il ministro – ha aggiunto Maddalena – ci ha ricordato la Dichiarazione di Bordeaux per dirci che anche l’Europa vuole la separazione delle carriere. Mi permetto di dire che io leggo quella dichiarazione in senso esattamente contrario, anzi, ci ha letto anche dei passaggi della dichiarazione e secondo me da lì si trae la conferma della necessità della unicità delle carriere, perché siano veramente garantite l’indipendenza e l’autonomia della magistratura, requirente e giudicante”.