Catania

Coronavirus, il sindaco Pogliese raddoppia i controlli a Catania

CATANIA – La Sicilia, come il resto d’Italia, sta fronteggiando l’emergenza coronavirus e Catania risulta essere la città più contagiata dell’isola. Il sindaco Salvo Pogliese ha invitato tutti a rispettare le regole decise con il decreto del presidente del Consiglio dei ministri e ha ordinato la chiusura dei mercati all’aperto, la sospensione del ricevimento negli uffici pubblici e la sanificazione delle strade della città.

Per aiutare i cittadini ha inoltre disposto la sospensione del pagamento delle strisce blu. Ma cosa fare a proposito dei tributi locali e quali altre misure può adottare un Comune che deve fare i conti anche con il dissesto finanziario? Lo abbiamo chiesto al primo cittadino in lunga intervista esclusiva che fa il punto della situazione sull’emergenza Coronavirus a Catania.


È stata avviata la sanificazione della Città. A che punto siamo?
“Si sta facendo in tutti i quartieri della città”.

Dunque, le vie del centro sono state già ripulite e la periferia attende?
“No. Abbiamo completato anche la pulizia di Librino e di Zia Lisa, dove l’intervento è iniziato contestualmente a piazza Duomo e piazza Università”.

I vigili sono pochi, ma dobbiamo farceli bastare. Avete istituito una task force per un controllo maggiore del rispetto delle regole?
“Sì. Sono raddoppiate le pattuglie che controllano gli esercizi commerciali affinché rispettino il decreto del presidente del Consiglio dei ministri. Alcuni uomini, ovviamente, provengono da altri servizi in questo momento, paradossalmente, meno importanti come la viabilità e il controllo delle scuole. Sono stati dirottati sull’Annona, sul controllo delle attività commerciali e in tutti gli altri settori che abbiamo dovuto rafforzare”.

Ha visto il video di San Cristoforo, dove alcuni cittadini si facevano beffa di decreti e ordinanze?
“Era assolutamente precedente a un controllo fatto subito dopo. Sono stati già sanzionati. Il filmato che sta circolando dunque è precedente all’intervento”

Quanti sono i denunciati?
“Non conosco i dettagli, ma quell’attività (un centro scomesse, ndr) è stata chiusa e si stanno individando le persone che hanno fatto quelle dichiarazioni nel video. Quando sono arrivati (le forze dell’ordine, ndr), alcuni non c’erano, ma stiamo individuando anche quelli che erano fuori dal locale”

Per quanto riguarda i suoi poteri di sindaco, cosa si può fare per i tributi locali? E inoltre ha pensato di fare un pressing sull’Organismo straordinario di liquidazione affinché acceleri il pagamento dei crediti ai fornitori del Comune, così da potergli dare un po’ di ossigeno in un momento così grave?
“Sul primo punto, stiamo aspettando disposizioni perché c’è la necessità di uniformarci a livelo nazionale. Noi abbiamo un problema aggiuntivo che chiaramente è quello del dissesto. Il nostro Bilancio, che come sapete è quinquennale, è sottoposto al vaglio del ministero dell’Interno. Aspettiamo novità e probabilmente ci saranno delle regole, uniche per tutta l’Italia, che allungheranno i termini per il pagamento dei tributi. La decisione dovrebbe essere presa a breve”.

E sui commissari? Non hanno poteri per accelerare i tempi?
“Devo dire che stanno accelerando, ma il problema sono le risorse limitate rispetto ai crediti vantati dai catanesi. A prescindere, però, lo ripeto, stanno procedendo spediti, e noi stiamo cercando di dare input anche in tal senso. Già prima dello scoppio dell’emergenza sanitaria, dal governo centrale dovevano arrivare nuove risorse per cercare di accelerare il pagamento dei debiti”.

Catania è la città più colpita dai contagi in Sicilia, cosa vuole dire ai cittadini?
“Rispettare le prescrizioni che sono state individuate a tutela della salute di ognuno, sia per se stessi che per i propri familiari e per tutta la comunità. Devo dire comunque che io sono rimasto colpito dall’atteggiamento, anche degli operatori commerciali, al di là delle pecore nere che ci sono sempre, in tutti i greggi. Tra pescheria e piazza Carlo Alberto – e stiamo parlando di 739 licenze per piazza Carlo Alberto e 290 alla pescheria quindi un totale di oltre 1.000 licenze che vuol dire tre, quattro mila operatori – ieri (giovedì 12 marzo, ndr.), giorno di prima applicazione, non abbiamo avuto nessun problema di ordine pubblico. Nessuno ha cercato di montare. I catanesi forse hanno capito la gravità del problema. Sui numeri credo che abbia inciso il focolaio di Agraria legato a quel convegno”.