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Coronavirus, in Sicilia dubbi sulla gestione dei turisti

PALERMO – Disorientamento e confusione. Questo sembra essere il leit motiv che sta accompagnando soprattutto il comparto turistico. Tanti i dubbi legati in particolar modo alla gestione immediata e concreta dell’emergenza legata al coronavirus.

Problematiche che sono state raccolte e rilanciate da Travelnostop Sicilia, realtà d’informazione turistica che racconta gli addetti ai lavori e la loro situazione imprenditoriale. Quel che emerge è preoccupante rispetto a come le agenzie turistiche stanno trattando l’arrivo dei turisti che, seppur non a flotte, comunque continuano ad arrivare a ranghi ridotti per via di pregresse prenotazioni: “Notiamo – evidenzia Travelnostop – un forte senso di responsabilità ma anche tanto disorientamento tra gli imprenditori del ricettivo e gli operatori turistici siciliani, alle prese con il tentativo di dare delle interpretazioni a delle direttive generali che lasciano ampio margine alla discrezionalità e alla libera interpretazione. E’ il caso dei tanti gruppi di turisti arrivati in Sicilia prima della dichiarazione dello stato di emergenza che ha determinato lo sconvolgimento di orari e chiusure dei musei e dei luoghi d’intrattenimento”. Infatti, nonostante gli annullamenti, ancora ci sono gruppi di turisti che si trovano in Sicilia con tour programmati di difficile effettuazione.

“Non è che in questo momento pensiamo al turismo – spiega Anna Maria Ulisse dell’omonima agenzia – ma ai clienti che sono in giro in Sicilia e sono sotto la nostra responsabilità, quale risposta ufficiale possiamo dare?”. Ed in tema di gruppi, i turisti sono privi di certificazione mentre gli autisti e le guide che li accompagnano sono in giro “per motivi di lavoro”.

Ci sono poi casi di gruppi che fanno parte di crociere che avrebbero dovuto passare qualche giorno in Sicilia, prima di tornare ad imbarcarsi: “Il gruppo soggiorna attualmente a Trapani – spiega il direttore commerciale dell’agenzia Cassata travel, Nicola Cassata – e siamo addivenuti alla determinazione di rimpatriare il gruppo nel groviglio delle interpretazioni e con il grande limite dei voli”.

Il danno comunque non è da poco per i tour operator, le agenzie di viaggi e tutto l’indotto che vi gravita attorno: “In questo mese – ha evidenziato Francesco Miranda, titolare di un’agenzia a Taormina – avevamo prenotazioni per circa 1.500 persone ed un fatturato di 800 mila euro che si sono dissolti alla velocità della luce mentre sin da adesso continuano ad arrivare le disdette per aprile”.

Nel frattempo l’emergenza coronavirus sta continuando a creare danni su danni a questo settore. Considerando le disdette e le notevoli restrizioni stanno cominciando a chiudere i primi alberghi a Palermo, ad Agrigento invece è stata decisa la chiusura di tutti gli alberghi: è quanto si legge in una nota congiunta a firma di Confcommercio, Confesercenti, CNA e Consorzio turistico. “La decisione – si legge – seppur intrisa di disagio e sofferenza, è frutto della consapevolezza che ciascuno di noi, in questo particolare momento di emergenza per il territorio, è chiamato a dare il proprio contributo per provare a contrastare e contenere la diffusione del coronavirus.

L’ultimo decreto accompagnato dall’appello del presidente del consiglio dei ministri Giuseppe Conte di restare a casa, impone alle nostre coscienze di cittadini prima e di imprenditori dopo, di assumere comportamenti adeguati al difficile momento. Per mettere in sicurezza l’economia occorre prima mettere in sicurezza la salute”.

Intanto a seguito della drastica riduzione del traffico aereo, che ha già fatto segnare in questi primi dieci giorni di marzo una contrazione del 50% del numero di passeggeri rispetto allo stesso periodo del 2019, Gesap, la società di gestione dell’aeroporto di Palermo Falcone Borsellino, ha varato un piano straordinario che servirà a ridurre i costi di gestione, per tentare di mitigare in parte i danni economici causati dal crollo del traffico aereo di queste ultime settimane.