Consumo

Coronavirus, supermercati online non attivi a Catania

CATANIA – Le imposizioni del nuovo decreto per arginare la diffusione del Coronavirus sta costringendo i cittadini a rimanere in casa. A essere autorizzate, solo le uscite necessarie per il rifornimento alimentare, per lavoro e per motivi di salute. Ma i supermercati, così come gli ospedali, potrebbero diventare il principale mezzo di trasmissione, come già denunciato dai sindacati del personale. Se al Nord si può acquistare la spesa online con pagamento telematico e consegna a domicilio, qui a Catania l’impresa risulta ardua.

Le informazioni carenti e, talvolta, discordanti sulle modalità di trasmissione del Covid-19 hanno creato parecchia confusione sulle misure da adottare. Non tutti gli studi pubblicati sono concordi nel confermare come “sicuro” il metro di distanza. E poi c’è la questione sulla necessità, le tipologie e le modalità d’uso delle mascherine, dei guanti, degli occhiali. Ciò che appare evidente, invece, è l’efficienza delle misure restrittive adottate in Cina e nelle prime località della Lombardia che sono diventate focolaio del virus.

Nei giorni scorsi, pesanti accuse sono state rivolte dai sindacati degli addetti del settore alimentare nei confronti degli imprenditori e dell’amministrazione. “I dipendenti sono senza mascherine, le distanze di sicurezza non possono essere sempre rispettate, i guanti non sono sufficienti per evitare la trasmissione del virus che potrebbe finire per essere sugli articoli acquistati dai clienti, sulle banconote e sulle corsie dove vengono depositati i prodotti. Gli addetti lavorano anche oltre i normali turni e persino in condizioni di salute non ottimali”, hanno denunciato. Per non parlare delle code fuori dai supermercati: per far sì che i clienti entrino pochi per volta, si creano assembramenti all’esterno, con tutti i pericoli del caso.

Le possibilità di acquisto online e di consegna a domicilio potrebbero ridurre quasi a zero i rischi di contagio. Ma se nel Nord Italia – dove si offre questa possibilità già da prima dell’emergenza sanitaria – è possibile farlo, a Catania i cittadini sono costretti a recarsi di persona presso i punti vendita. Come se non bastasse già l’aumento esponenziale del pericolo di contagio rappresento dagli oltre 30mila siciliani rientrati nell’isola dalle regioni settentrionali durante i giorni scorsi.

SUPERMERCATI ONLINE A CATANIA, “LA ZONA NON È SERVITA”

Esselunga, Carrefour, Conad, Amazon Prime Now sono solo alcune delle possibilità attive al Nord. A Catania, invece, un cittadino residente al centro città che volesse comprare gli alimenti online e veder consegnata a domicilio la sua spesa, non avrebbe “quasi” a chi rivolgersi.

Cercando su Google un negozio online di alimentari nella città etnea, apparentemente si ricevono tantissimi risultati. Ma andando avanti sui vari siti, la “sorpresa” è subito – o dopo aver già riempito il carrello – pronta: la zona indicata non è mai servita!

Il Simply Market, la Lidl, la Coop, il Decò, l’Auchan, non danno quest’opportunità al territorio. Anche Amazon Prime Now non serve la città, offrendo agli iscritti a Prime solo Amazon Pantry. Ma quest’ultimo mette a disposizione solo pochi prodotti non freschi che vengono consegnati diversi giorni dopo l’acquisto.

L’app Glovo, sempre molto affollata di richieste, dà la sua disponibilità solo per l’ordine e la consegna di gelati e cibi già cotti dai ristoranti (l’opzione “supermercato” risulta sempre disattivata). Lo stesso può dirsi per Presto Food e Just Eat.

LE OPZIONI POSSIBILI PER I CONSUMATORI CATANESI

Tra le poche eccezioni, l’azienda siciliana “Paniere Bio” di Ispica (Rg), che consente l’acquisto online di frutta e verdura biologica del nostro territorio, con pagamento telematico o in contanti di prodotti che vengono recapitati direttamente a casa, in giorni e fasce orarie definite in funzione della provincia di appartenenza. Ma anche i negozi Crai di viale Mario Rapisardi e di via Fabio Filzi di Catania e la Eismann che – da sempre – consegna principalmente prodotti surgelati.

Con il pagamento telematico si può ricevere la propria spesa senza dover necessariamente incontrare l’addetto – magari facendogli inserire i sacchetti in ascensore – e senza dover incorrere nell’attualmente pericoloso scambio di denaro. Una tutela per i consumatori, ma anche per i dipendenti del settore.