Sanità

Coronavirus, vaccino italiano alla “fase 1” e giovedì si decide per Moderna

“Nel rispetto delle istituzioni e delle regole domani l’Ema dovrebbe concludere la valutazione di Moderna. Il 7 gennaio l’Italia dovrebbe decidere la collocazione del vaccino nel sistema nazionale. Sono stati gli studi effettuati dalla ditta il motivo del ritardo, la loro analisi è complessa. I due vaccini, Pfizer e Moderna, sono molto simili per non dire identici”. Lo ha detto Nicola Magrini, direttore Generale dell’Aifa, intervenendo a Radio anch’io su Rai Radio1.


“Essendo arrivati a 180mila vaccinazioni gli effetti indesiderati sono minimi, nessun sostanziale effetto grave – ha aggiunto – Rispetto ai due vaccini non può decidere il singolo quale fare. Le commissioni tecniche decideranno, vanno programmati interventi di sanità pubblica”.


Magrini ha poi sottolineato che “le dosi che abbiamo basteranno, nei prossimi due mesi e mezzo, a rendere ospedali e Rsa covid free. Con la prima dose c’è una copertura parziale, la copertura completa si raggiunge con la seconda dose”. Riguardo al piano vaccinale, il direttore Generale dell’Aifa ha spiegato che “sta andando molto bene rispetto all’impegno e alla vastità.


C’è un sistema online che mostra l’andamento regionale, alcune regioni potrebbe comportarsi meglio ma sta andando bene”.


“In merito alla cura monoclonale – ha poi concluso Magrini – siamo all’approvazione della fase 1 che dovrebbe avvenire nelle prossime settimane, occorreranno 3 o 4 mesi per l’approvazione finale”.

Magrini si è quindi soffermato sul vaccino italiano ReiThera (GRAd-CoV2) giunto alla Fase 1 della sperimentazione. “Darà ai cittadini italiani e non solo italiani la possibilità di accedere a un vaccino sostenibile, sia per quanto riguarda le popolazioni da trattare sia per le modalità di accesso nel nostro e in altri Paesi”.

Magrini ha poi rilevato che “aver individuato precocemente e già a marzo che questo vaccino potesse essere una priorità di sviluppo e di investimento per poter garantire al nostro paese e non solo una maggiore capacità di accesso al vaccino è stata una decisione rapida presa in un momento difficile, che oggi giunge ai risultati sperati”.