CATANIA – Come sta il nostro cuore? Ne hanno parlato numerosi esperti cardiologi nel corso di un congresso che si è tenuto proprio a Catania. Tra gli organizzatori il prof. Corrado Tamburino, direttore del dipartimento di Cardiologia del Policlinico di Catania. Il docente ha illustrato le ultime innovazioni nel campo della Cardiologia.
Professore i progressi della farmaceutica e delle tecniche chirurgiche quanto incidono su aspettative e qualità di vita nei malati di cuore?
“Molto, in entrambi i fronti. Oggi le nuove tecniche e le innovazioni di farmaci sono la nuova frontiera positiva ad ampio spettro nella Cardiologia. Le scienze cardiovascolari sono in continua evoluzione da un punto di vista farmacologico, tecnologico e diagnostico, ma è impossibile focalizzarsi su un solo punto perché camminano di pari passo e interagiscono tra loro. Dall’ultimo congresso che si è tenuto nella nostra città sono venute fuori grandi innovazioni nel settore della cardio oncologia, branca in grande espansione. I farmaci antineoplastici nei pazienti oncologici vengono utilizzati con grande beneficio , ma è chiaro che ci sono effetti collaterali che possono danneggiare anche il sistema cardiovascolare e che vanno tenuti in considerazione. In questo caso, proprio per venire incontro a questi pazienti il sistema sanitario nazionale e quello regionale hanno previsto centri appositi di cardio oncologia con fondi dedicati ad hoc. Ma questo è solo un esempio delle grandi novità che oggi caratterizza la Cardiologia. Sono stati fatti progressi anche nel campo delle cardiopatie rare per le quali c’è bisogno di un approccio anche genetico attraverso farmaci nuovi e molto costosi, che servono a curare le amiloidosi cardiache e le cardiomiopatie ipertrofiche ostruttive. Inoltre progressi sono stati fatti anche sulla aritmologia interventistica che continua a fare passi da gigante con dispositivi sempre più raffinati e performanti, attraverso la bruciatura mirata dei fili elettrici della fibrillazione atriale”.
Quindi sono stati raggiunti livelli nel campo della cura del cuore fino a dieci anni fa inimmaginabili?
“Esattamente. Siamo in un altro mondo, totalmente diverso. Si pensi solo che oggi la tecnologia è arrivata a creare pacemaker senza fili. Si tratta di dispositivi molto importanti. In passato i pacemaker classici si innestavano sotto cute con alcuni fili che entravano dentro il cuore. Oggi invece i nuovi dispositivi sono capsule che vengono inserite direttamente all’interno dell’organo, senza fili e per questo hanno la capacità di essere meno invasivi, oltre che meno evidenti. Ma soprattutto sono meno soggetti alle complicanze croniche dei vecchi pacemaker che trombizzavano o sviluppavano endocarditi. E vogliamo parlare anche dei progressi nello scompenso cardiaco? Abbiamo in questi campo nuovi farmaci, numerosi, che, seppure hanno bisogno di rigorosi piani terapeutici, danno vantaggi in termini di sopravvivenza e qualità di vita dei pazienti che non ci saremmo sognati sino a qualche anno fa”.
Allora con queste innovazioni si evitano anche molti interventi?
“Si evitano molti interventi e molti decessi che in passato erano quasi inevitabili. Oggi abbiamo nettamente migliorato la qualità e la quantità di vita. Poi un capitolo a parte riguarda la Cardiologia interventistica che oggi cambia le valvole cardiache nei pazienti anziani con una evoluzione tecnologica che ha dato risultati sorprendenti che hanno sconvolto, in senso positivo, il destino di molti pazienti una volta destinati a morte quasi certa”.
Senta professore cosa può dire degli stent per disostruire le arterie?
“Hanno ormai raggiunto un meccanismo consolidato. Oggi si tratta soltanto di perfezionare qual è il loro campo di utilizzo in certi casi particolari. Ci sono alcune prospettive interessanti, ad esempio, nell’inserimento di stent preventivi. Cioè, mentre sino ad oggi gli stent sono stati inseriti in pazienti affetti da una ostruzione di una arteria, domani si prevede di inserirli quando siamo già in presenza di arterie con placche a rischio di evoluzione. Nell’arco di qualche anno sono sicuro che avremo anche in questo campo risposte molto importanti”.
Professore oggi la prevenzione su cosa si basa?
“Oggi si lavora sul ‘rischio cardiovascolare residuo’. Mentre prima in un paziente dimesso si pensava, solo successivamente, a curare il colesterolo, la pressione sanguigna alta, oggi, invece, ogni paziente esce dall’ospedale quando è in assenza di fattori di rischio residuo. Cioè quando ha pressione sanguigna nella norma, il colesterolo quanto più basso possibile e la glicemia nei parametri. Esistono farmaci per i percorsi diagnostico-terapeutici per il paziente che fa parte del rischio cardiovascolare residuo”.
Un cittadino che oggi ritiene di avere il sospetto di una patologia cardiovascolare cosa deve fare?
“Rivolgersi a un cardiologo. Oggi tutti i professionisti di questo settore sanno cosa bisogna fare e come agire”.