Economia

Costi di produzione in aumento, in Sicilia pesa come un macigno l’energia elettrica

I costi di produzione aumentano, e per molte imprese è sempre più difficile andare avanti. L’Istat ha disegnato, nel rapporto sulla competitività dei settori produttivi, una mappa dell’Italia e della Sicilia e delle “forze” che stanno incidendo sull’aumento dei costi di produzione. In particolare, sono tre le macrocategorie analizzate: i beni energetici, i beni alimentari e i beni manifatturieri. Il costo dell’energia nel territorio siciliano incide sugli aumenti dei costi di produzione tra il 40 e il 60% stimati nei territori di Palermo e Agrigento, mentre a Trapani, Messina, Catania e Caltanissetta l’energia incide tra il 30% e il 40%. Solo sul versante degli aumenti riconducibili ai beni agricoli, l’impatto risulta più contenuto: Trapani, il territorio peggiore, si colloca nella fascia 9,7%-15,4%; nel resto della regione l’incidenza diminuisce alquanto, mantenendosi tra lo 0,3 e il 9,7%.

Aumenti dei costi in tutta Italia

A livello nazionale, le province che manifestano una maggiore sensibilità alla propagazione di questi effetti (il peso varia tra il 9,7% e il 22,6%) sono Parma e Modena in Emilia-Romagna; Cuneo e Asti per il Piemonte, in cui è vigorosa fra le altre la produzione vitivinicola; Mantova e Cremona per la Pianura Padana lombarda; Oristano in Sardegna, Salerno in Campania e Barletta-Andria-Trani in Puglia. A seguire, nella scala del contributo dei beni alimentari agli incrementi dei prezzi alla produzione troviamo, fra le altre, le province campane e pugliesi comprese fra le due coste ionica e tirrenica, Perugia in Umbria e alcune confinanti fra Umbria e Abruzzo, altre province che si estendono in Pianura Padana, ma anche Verona Rovigo e Treviso a est.

Il problema energetico impatta su tutti i settori

Per quanto attiene agli altri beni manifatturieri, categoria residuale di tutto ciò che è necessario per la produzione, l’incidenza dei singoli settori è abbastanza eterogenea e legata alla struttura produttiva territoriale. In alcune regioni l’impatto maggiore è dovuto alla presenza di raffinerie (Sardegna, Sicilia, Liguria, Puglia), in altre al settore della metallurgia e dei prodotti in metallo (Piemonte, Marche, Veneto e Friuli Venezia Giulia, ad esempio), in altre ancora al comparto dell’estrazione (Basilicata, Lombardia). L’aumento dei costi, con il ritorno di una inflazione galoppante è stato, purtroppo, l’aspetto che con maggiore forza si è imposto sullo scenario economico nel corso del 2022. Una iniziale fase di accelerazione è stata poi seguita da una attenuazione nei primi mesi del 2023, ma rimangono pressioni al rialzo in quasi le categorie di beni e nei servizi.