Anche in Sicilia ci sono segnali di ripresa dei contagi da SarsCoV2: in otto regioni la curva dell’epidemia comincia a risalire, ed è più che mai chiaro che uno dei freni più importanti alla diffusione del virus sono i vaccini, come sottolinea lo spot che Palazzo Chigi intende lanciare sui social: una bagnina con alle spalle una spiaggia e il messaggio “con il vaccino vinciamo insieme, riprendiamoci il gusto del futuro”, basato sulle parole spesso pronunciate dallo stesso Mario Draghi.
Negli ultimi 7 giorni si registra in Sicilia un +9% per quanto riguarda i casi Covid registrati. I dati diffusi oggi dal ministero della Salute confermano la risalita della curva dell’epidemia di Covid-19 in Italia. Lo rileva il matematico Giovanni Sebastiani, dell’Istituto per le Applicazioni del Calcolo ‘Mauro Picone’ del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr-Iac).
“Si conferma il trend di aumento della curva stimata per la percentuale dei positivi ai test molecolari a livello nazionale”, ha osservato. In 28 province, inoltre, si rileva “che negli ultimi sette giorni l’incidenza è aumentata più del 50% rispetto ai sette giorni precedenti” e che “in 14 di esse l’aumento è maggiore del 100%”. L’aumento dei casi si osserva in particolare nelle cinque province “sorvegliate speciali dei giorni scorsi”, ossia Caltanissetta, Ascoli Piceno, Lodi, Napoli e Verona.
Ecco di seguito i valori relativi all’incidenza nelle 14 province dove il valore attuale è maggiore di 10 casi a settimana per 100.000 abitanti: Caltanissetta (73), Ascoli Piceno (69), Lodi (28), Napoli e Verona (22), Grosseto (20), Cosenza (17), Caserta (15), Belluno (14), Lecce e Sassari (13), Rimini (11), Bolzano e La Spezia (10)
L’obiettivo è ridurre ulteriormente la popolazione italiana che finora non si è vaccinata. Il vaccino è infatti un argine importante alla risalita dei casi ormai comune in molti Paesi europei e che oggi ha portato il ministro della Salute Roberto Speranza, a dire che “dobbiamo essere consapevoli che la pandemia ancora non è chiusa. Non è finita. Lo testimoniano anche i numeri di altri Paesi europei e del mondo che vedono i contagi risalire nonostante l’alto tasso di vaccinazioni”.
Dalla Gran Bretagna, dove l’epidemia prosegue la corsa in modo esponenziale, alla Francia e all’Italia, dove la curva ha appena ripreso a salire, in Europa occidentale è in atto una ripresa dei contagi, tranne che in Germania e in Austria, come indicano le analisi del matematico Giovanni Sebastiani, dell’Istituto per le Applicazioni del Calcolo “Mauro Picone” del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr-Iac).
La sua analisi indica i primi, chiari, segnali di risalita dei casi in otto regioni, molte delle quali meta di vacanze: sono Sicilia, Abruzzo, Campania, Marche, le province autonome di Trento e Bolzano, Veneto e Sardegna. “Abbiamo i primi segnali di un aumento dopo 15 settimane consecutive di riduzione”, ha detto Sestili.
“Nell’ultima settimana registriamo un aumento del 7% dei casi positivi e un aumento del 40% del rapporto fra i casi positivi e tamponi molecolari”, ha aggiunto. Ha superato 1 anche il Covindex, ossia l’indice confrontabile all’indice di contagio Rt e che viene calcolato sulla base del rapporto tra il numero dei nuovi casi positivi e i tamponi eseguiti. “Dal 15 marzo scorso, ossia per quasi quattro mesi, il Covindex era sceso sotto 1 e adesso è di nuovo leggermente al di sopra di 1”, ha osservato Sestili.
“Per l’Istituto Superiore di Sanità l’indice Rt è ancora sotto 1, ma bisognerà vedere – ha osservato – perché il Covindex anticipa di alcune settimane quello calcolato dall’Iss”
La variante Delta preme l’acceleratore, provocando la risalita della curva dell’epidemia di Covid in tutta Italia. Lo confermano i dati diffusi oggi dal Ministero della Salute, che consentono di fare il raffronto rispetto a 7 e 14 giorni fa. Nelle ultime 24 ore il numero dei positivi è passato da 907 a 1.010, le vittime del Covid sono 14 mentre ieri erano state 24.
Numeri che gli esperti leggono come un andamento dissociato, quello a cui si è affidato il premier britannico Boris Johnson per le riaperture: la variante fa aumentare i casi ma non le ospedalizzazioni e i decessi. Lo stesso ministro della Salute Roberto Speranza oggi ha sottolineato che fino a due mesi e mezzo fa “avevamo 30.000 persone in ospedale e oggi sono 1.500, il 95% in meno. Avevamo 3.800 persone nelle terapie intensive e oggi siamo sotto i 190, ben oltre il -90%”.
L’attenzione tuttavia è alta e gli esperti avvertono che non è ancora venuto il momento di allentare la presa sulle misure contro il Covid. Il presidente del Consiglio superiore di sanità e coordinatore del Comitato tecnico scientifico (Cts) Franco Locatelli avverte: “Il virus è sempre lo stesso, semmai le due varianti più diffuse, Alfa e Delta, rispetto al ceppo proveniente da Wuhan hanno maggior contagiosità. Non facciamo però l’errore di pensare a un virus che, per quanto abbia mutato caratteristiche, sia connotato da minor potere di provocare malattia grave”.
Secondo Locatelli “non c’è il rischio di una quarta ondata” perché “ciò che è cambiato è lo stato di immunizzazione del Paese. E questo rende ragione di una maggior protezione dall’infezione”. Quanto alle caratteristiche della variante Delta, “oltre alla maggior contagiosità, sembra aver attenuato o smarrito del tutto alcuni connotati: per esempio la perdita del gusto e dell’olfatto non vengono più lamentate da chi si ammala. I sintomi più frequenti sono invece febbre, naso che cola, mal di testa e mal di gola. Ma questo non impedisce di causare patologie altrettanto gravi”.