PALERMO – Una fotografia con luci ed ombre quella scattata alla Sicilia e alle sue città sulla gestione circolare dei rifiuti urbani. Positiva la diminuzione della produzione dei rifiuti in controtendenza con il dato nazionale; raccolta differenziata in aumento costante, con l’ottima performance di Ragusa che arriva al 71%, ma le quattro città più popolate (Palermo, Catania, Messina e Siracusa) ancora sotto 30%, tra cui Catania (11,56%) e Palermo (19,13%).
L’ottima crescita quantitativa della Rd segnata nel 2019 mostra un’uscita dalla situazione emergenziale che ha caratterizzato da decenni l’Isola e a cui le amministrazioni e la cittadinanza, se sostenute, sono in grado di rispondere positivamente. Il trend di crescita, se confermato in futuro, fa presumere il raggiungimento degli obiettivi di riciclaggio del 2030 e 2035. Ma occorre verificare il livello di qualità del materiale raccolto. Le città svolgono un ruolo sempre maggiore nell’economia circolare e nella gestione dei rifiuti per raggiungere gli obiettivi fissati dall’Unione europea e si trovano di fronte nuove sfide. La gestione dei rifiuti urbani nelle città italiane ha operato, infatti, grandi cambiamenti nei decenni trascorsi con lo sviluppo delle raccolte differenziate, il sistema dei Consorzi, l’affermazione di attività industriali di riciclo.
Per approfondire la gestione circolare dei rifiuti in Sicilia si è svolto il secondo dei workshop on line che attraverseranno l’Italia da nord a sud “Gestione circolare dei rifiuti nelle città e le nuove direttive europee” organizzato dal Green City Network, iniziativa della Fondazione per lo Sviluppo sostenibile, in collaborazione con Conai, in cui è stato presentato il Rapporto sui rifiuti urbani e l’economia circolare in Sicilia.
Il Rapporto sulla Sicilia
Per la redazione del Rapporto, il Green city network ha svolto un’indagine qualitativa a campione fra le 9 città Capoluogo di provincia e tra quelle medie e piccole (tra i 50.000 e i 15.000 abitanti) della Sicilia. Dal Rapporto emerge che la produzione dei Rifiuti urbani (Ru) nel corso degli ultimi anni (2013-2018) è cresciuta a livello nazionale. In Sicilia, invece, la produzione totale dei rifiuti tra il 2013 e 2018 è leggermente diminuita passando da 2,4 a 2,3 Mt (-4%), in controtendenza sia col dato nazionale che con quello del resto del Sud Italia. Le province dove è calata maggiormente la produzione pro-capite tra il 2013 e il 2018 sono state Enna (- 52%) e Trapani (- 50%).
Per quanto riguarda la raccolta differenziata, secondo le prime rilevazioni, in Sicilia ha fatto segnare una robusta accelerazione segnando una crescita superiore al 30% rispetto al 2018 e raggiungendo il 40,04% complessivo. I primi dati del 2020 confermano un consolidamento del risultato e l’uscita dalla situazione emergenziale. Nel 2019 il tasso medio di crescita annua della Rd in Sicilia è salito di 4,5 punti percentuali: mantenendo questo trend al 2025 la Rd a livello regionale dovrebbe superare il 60%. Per raggiungere gli obiettivi di riciclo dei rifiuti previsti per quell’anno occorre aumentare la qualità della raccolta.
Nella raccolta differenziata nel 2018 le province di Enna e Caltanissetta le più virtuose, superate da Ragusa nel 2019 (quasi il 60%). Tra le città, le migliori sono state Ragusa (71%) e Agrigento (68%), mentre a Trapani la Rd è cresciuta nell’ultimo anno di due volte e mezza (257%). Ancora indietro Catania (11,5%), Palermo (19%), Messina (23,2%) e Siracusa (28,6%), che insieme contano quasi 1/3 degli abitanti della regione. “Ciò consiglia di focalizzare le misure di sostegno in queste quattro città – si legge nel rapporto – per aumentare ulteriormente la media regionale. Nel 2019 il tasso di riciclo si stima al 27%. Ancora troppo alto lo smaltimento in discarica, 69%, che nel 2030 non dovrà superare il 10%”.