Dalle rilevazioni dei Centri di distribuzione della Caritas di Palermo, nel 2021 risultano assistite circa 15mila famiglie (11.500 famiglie nel tessuto urbano e 3.800 nelle zone limitrofe) per un totale di 45.500 persone (34.038 persone nella zona urbana e 11.496 extraurbana).
La pandemia ha influito fortemente sull’aumento dei trattamenti di integrazione salariale come Cig, Cigo e fondi Covid, nel complesso a Palermo sono state oltre 30mila le pratiche autorizzate dall’Inps, a Trapani quasi 12mila.
A Trapani sono 10mila le persone che si sono rivolte ai centri di ascolto della Caritas locale.
Sono i dati emersi durante il III congresso provinciale della Cisl Palermo-Trapani, in corso a Isola delle Femmine, nel Palermitano, alla presenza del leader nazionale del sindacato, Luigi Sbarra.
E’ cresciuto l’indice di povertà assoluta tra gli occupati dal 5,5 al 7,3 per cento e c’è una percentuale molto alta, tra il 30 e 40 per cento, che ha un reddito inferiore al 50 per cento della media nazionale. Le persone in cerca di occupazione a Palermo superano le 60mila unità, a Trapani le 25mila.
“C’è un disagio abitativo crescente con molte famiglie non più in grado di pagare l’affitto per morosità incolpevole considerata la perdita del posto di lavoro – ha detto il segretario generale Cisl Palermo Trapani, Leonardo La Piana -. E’ aumentata la solitudine che non è più solo degli anziani ma di tutti coloro, compresi gli immigrati, che hanno difficoltà ad orientarsi tra i pochi e spesso inefficienti servizi offerti dalle amministrazioni. Cresce la disoccupazione giovanile con punte che sfiorano il 40 per cento e aumentano i Neet”.
Sul versante delle imprese, secondo i dati di Unioncamere si registra una crescita (iscrizioni 5.006, cessazioni 2.991, saldo +2.015), ma i problemi non mancano.
“Molte imprese lamentano la carenza di figure professionali adeguate rispetto alle loro esigenze – ha affermato La Piana – e spesso sono costrette a cercarle altrove, frutto di uno scollamento tra sistema di istruzione, formazione professionale e lavoro”.
Palermo e Trapani sono agli ultimi posti per l’indice di qualità della vita e “tutto a causa della condizione dei servizi, la viabilità, i trasporti, i temi connessi ai rischi di tipo idrogeologico e la precaria situazione delle nostre aree interne. I nostri Comuni vivono situazioni economico/finanziarie precarie, molti sono in stato di predissesto con conseguenze allarmanti sui servizi per i cittadini ma anche per i lavoratori degli enti stessi o delle partecipate. In questi ultimi giorni il piano lacrime e sangue su Palermo ne è la plastica dimostrazione”.
A preoccupare il sindacato, poi, è la piaga degli infortuni sul lavoro, che restano un fenomeno in costante aumento. Sessantadue sono state le vite spezzate in tutta la Sicilia lo scorso anno a causa degli incidenti sul lavoro. Lavoratori che non hanno più fatto ritorno a casa. Tredici gli episodi mortali a Palermo e 4 a Trapani. Restano altissimi i numeri anche sugli infortuni, oltre 21mila in Sicilia, oltre 5mila a Palermo e quasi 2mila a Trapani.