In tema di criptovalute, è stato toccato un nuovo record per il bitcoin che ieri ha superato i 72.000 dollari, con un picco di 72.883 dollari, nel giorno in cui l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha tessuto un elogio della criptovaluta.
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Lo stimolo è dato dal successo superiore alle attese degli Etf sui bitcoin quotati sulle borse statunitensi (Nyse, Nasdaq, Cboe) dallo scorso 11 gennaio. Grazie al rialzo di ieri, la capitalizzazione del bitcoin, arrivata a 1.423 miliardi di dollari, ha superato quella dell’argento, a 1.391 miliardi.
Il prossimo elemento da superare è il titolo Alphabet, che vanta 1.700 miliardi di capitalizzazione, anche se in testa a tutti continua ad esserci l’oro, con 14.697 miliardi.
Il ceo di BlackRock, Larry Fink, sostiene che il bitcoin sia l’oro digitale: l’obiettivo della criptovaluta inventata da Satoshi Nakamoto è, dunque, quello di raggiungere la capitalizzazione del metallo? Chissà, intanto Michael Saylor afferma a Cnbc: “Bitcoin si mangerà l’oro, perché ha tutti i grandi attributi dell’oro e non ha nessuno dei suoi difetti”. L’uomo è, infatti, presidente esecutivo di MicroStrategy, società che ha cominciato ad acquistare bitcoin e ora ne ha in cassa 205.000 al prezzo medio di 33.706 dollari.
La Financial Conduct Authority (Fca) del Regno Unito ha aperto le porte agli investitori istituzionali per creare Etn garantiti da criptovalute. La Borsa di Londra ha successivamente confermato che accetterà richieste per Etn su bitcoin ed ether a partire dal secondo trimestre.
Gli Etn sono titoli di debito che seguono un indice, esponendo al rischio di credito dell’emittente: se l’emittente dell’Etn fallisce, i titolari dell’Etn si dovranno mettere in fila assieme a tutti gli altri creditori. Un esempio concreto si è verificato con il fallimento della banca Lehman Brothers, emittente all’epoca di tre Etn. Quindi, gli investitori dovrebbero quanto meno considerare il rating di credito degli emittenti di questi strumenti.
La novità dell’apertura della borsa di Londra era quasi inevitabile dopo che Wall Street ha consentito l’accesso al bitcoin. A precedere tutti è stata la Svizzera, mentre l’Unione Europea continua a resistere alla tentazione, con l’eccezione della borsa di Stoccarda, in Germania.