Caltanissetta

Crisi idrica a Caltanissetta, in campo anche la Guardia di Finanza

CALTANISSETTA – Di crisi in crisi. La provincia non ha mai vantato scorte d’acqua importanti, ma la carenza che ha contrassegnato l’estate 2024 non ha precedenti. Complice di certo la siccità che ha fatto scattare l’allarme sul piano regionale, arrivato fino al Governo centrale. Caldo e siccità non giovano al turismo che comunque ha continuato a inondare le spiagge fra lamentele e docce con acqua minerale.

A Gela si è passati dall’erogazione ogni due giorni a ogni quattro giorni

Non passa settimana in cui non vengano comunicate perdite e blocco dell’erogazione. Interi quartieri senz’acqua per settimane. A Gela si è passati dall’erogazione ogni due giorni a ogni quattro giorni. L’acqua si spreca con le perdite e il dissalatore è dismesso da anni e si attende la sua rifunzionalizzazione. Alla carenza idrica suppliscono le risorse provenienti dai pozzi del nisseno e dell’ennese, ripristinati dai rispettivi gestori d’ambito.

Fiorisce il mercato delle autobotti

Ma se l’acqua non c’è, come si dice, da dove arriva quella distribuita a pagamento? Se lo chiedono le associazioni dei consumatori e scatta l’indagine della Guardia di Finanza che ha predisposto piano di interventi finalizzato a monitorare le dinamiche di trasporto e rivendita di acqua potabile, per verificare la regolarità del circuito di distribuzione sotto il profilo penale, amministrativo, tributario e sanitario.

Guardia di Finanza, decine di controlli nella provincia

Gli interventi, effettuati nell’ambito dell’ordinario controllo economico del territorio svolto giornalmente dal Corpo delle Fiamme gialle, anche attraverso lo sviluppo di segnalazioni ricevute dalla cittadinanza, hanno permesso di far emergere fenomeni di abusivismo commerciale e, talvolta, l’assenza delle autorizzazioni amministrative e sanitarie. In particolare, dall’inizio del mese di agosto le pattuglie della GdF hanno effettuato decine di controlli nella provincia. Alcuni trasportatori sono stati multati per la mancata emissione di documento fiscale al termine della vendita, mentre altri sono stati sorpresi a scaricare acqua trasportata con cisterne non conformi alla normativa, privi di qualsiasi autorizzazione da parte degli organi competenti e di certificazione sanitaria. A seguito di ulteriori accertamenti, è emerso che i soggetti non erano titolari di alcuna partita Iva e nei loro confronti sono state elevate sanzioni amministrative oltre all’apertura d’ufficio della partita Iva relativa all’attività esercitata.

Il lavoro dei finanzieri è stato condotto per dare una concreta risposta alle istanze della società civile, penalizzata dalla crisi idrica. I controlli hanno consentito di appurare come la maggior parte degli operatori agiscano regolarmente, ovvero con autorizzazione dell’Ente pubblico deputato alla gestione delle risorse idriche, in aderenza con le normative che regolano lo specifico settore.

Le operazioni di servizio condotte dalla GdF confermano l’impegno del Corpo nella prevenzione sui rischi dell’abusivismo commerciale e per verificare il corretto esercizio di attività che richiede rigide prescrizioni amministrativo/sanitarie, a tutela del mercato, delle imprese regolari e dei consumatori finali, spesso esposti a rischi per la salute.