Intervista

Crisi idrica, Di Mauro: “Eredità del passato, monitoriamo le situazioni più urgenti”

L’eredità del passato, la consapevolezza del presente e gli interventi del futuro. L’assessore all’Energia e ai Servizi di pubblica utilità Roberto Di Mauro intervistato in esclusiva dal QdS sul problema della carenza idrica tocca tanti punti. Si rende conto dei problemi del presente e non li nega, anche se evidenzia che in realtà il problema delle reti colabrodo non è solo siciliano. Poi non tralascia il fatto che questo governo regionale di cui fa parte è in carica da neanche due anni, quindi il problema non può essere addebitato all’attuale classe politica in carica.

Il problema della dispersione dell’acqua

Nel contempo guarda anche in prospettiva a breve e medio termine e ricorda anche gli interventi che sono in corso e la necessità di dare una svolta ad un sistema che non regge più strutturalmente. “Lo studio della Cgia di Mestre – afferma Di Mauro – è la dimostrazione che il problema della dispersione dell’acqua immessa nella rete idrica riguarda un po’ tutte le regioni d’Italia. Il governo regionale è pienamente consapevole della condizione in cui versa la rete idrica in Sicilia, una realtà che non è di oggi, ma che è eredità del passato”.

Servono tanti soldi per risolvere il problema

La soluzione però non può essere dietro l’angolo anche perché le questioni irrisolte sono tante e anche di una certa complessità. Servono quindi soldi (e tanti) e un impegno politico e tecnico che punti ad aggredire le situazioni più emergenziali sul piano infrastrutturale: “Il problema, nel suo complesso – aggiunge Di Mauro – è legato a un sistema che va cambiato strutturalmente, con un maggior coinvolgimento dei soggetti affidatari del servizio di gestione. La normativa nazionale ed europea di settore prevede il coinvolgimento di soggetti adeguatamente strutturati anche per fare fronte alle esigenze finanziarie legate alla tenuta in efficienza delle reti di distribuzione”.

La situazione resta complicata anche perché va aggredita nell’immediato e chiaramente non è così semplice trovare fondi e superare anche determinati passaggi burocratici in breve tempo. In questo momento si fa molto affidamento ai 92 i milioni di euro in arrivo in Sicilia per la realizzazione di infrastrutture idriche prioritarie. Si tratta del primo stralcio di finanziamenti destinati ai 49 interventi, per complessivi 1,6 miliardi, inseriti nel Piano idrico della Regione Siciliana, interamente approvato dal ministero delle Infrastrutture e inglobato nel Piano nazionale per la sicurezza del settore idrico (Pnsii).

“In questa fase emergenziale – dice ancora l’assessore – siamo impegnati nel monitoraggio delle situazioni più urgenti della nostra rete. Queste potranno essere affrontate nel più breve tempo possibile grazie al lavoro della cabina di regia istituita dal presidente della Regione. Stiamo intervenendo, per esempio, a Gangi, Castronovo di Sicilia e Palermo, precisamente in contrada Corte vecchia, per la realizzazione di nuove condotte di adduzione e la sostituzione o l’adeguamento di condutture al fine di migliorare la distribuzione dell’acqua tra diverse aree”. La pianificazione regionale è stata predisposta, su disposizione del presidente della Regione Renato Schifani, dal dipartimento dell’Agricoltura, di concerto con l’Autorità di bacino, il dipartimento Acqua e rifiuti, Siciliacque, i Consorzi di bonifica Sicilia Occidentale e Sicilia Orientale. Il Piano è finalizzato alla programmazione delle opere necessarie all’approvvigionamento idrico primario, alla prevenzione della siccità, al potenziamento e all’adeguamento delle infrastrutture, anche per accrescere la resilienza ai cambiamenti climatici e ridurre le dispersioni di acqua migliorando le reti di distribuzione. Gli interventi prioritari nel Piano sono contraddistinti dalla classe “A”.

Tra questi, le opere di automazione, controllo, modellazione e monitoraggio dell’infrastruttura idropotabile di sovrambito (costo, 50 milioni) e la bretella tra il serbatoio San Leo e il potabilizzatore di Gela (11,7 milioni) per le quali il soggetto attuatore è Siciliacque spa.