di Patrizia Penna e Raffaella Pessina
Quello attorno alla crisi interna al M5s è un dibattito che non appassiona soltanto i suoi fedelissimi.
Dal V-day ad oggi ne è passata di acqua sotto i ponti, il M5s ha vissuto i suoi momenti di gloria ma ha patito anche amare sconfitte e clamorose defezioni. Tutte dinamiche normali, verrebbe da dire, che più o meno hanno vissuto e vivono i partiti politici. Adesso però, i grillini sono ad un bivio perché l’evoluzione subita dal Movimento negli ultimi mesi si è spinta ben oltre le prevedibili dinamiche di un partito. A vacillare, infatti, sono i pilastri su cui si regge l’intera filosofia pentastellata. La battaglia contro i vitalizi, la restituzione delle indennità, il reddito di cittadinanza: sono stati un flop? E poi, c’è da sciogliere il nodo tutt’altro che scontato della leadership a livello nazionale. Ma anche a livello regionale, un problema di leadership esiste già da tempo.
Fino a qualche tempo fa, in Sicilia era Giancarlo Cancelleri il leader del Movimento, candidato alla presidenza della Regione per ben due volte. Sarà un caso, una coincidenza, ma dopo che Cancelleri è stato chiamato a Roma a ricoprire l’incarico di viceministro dei trasporti, in Sicilia sono cominciati i venti di scissione che sono culminati con l’abbandono di quattro componenti del gruppo pentastellato all’Ars. Un quinto era stato espulso (Sergio Tancredi), perché non aveva rimborsato quota di quanto percepito come stabilisce il M5S per tutti i suoi deputati. “Inutile nascondersi dietro un dito, sono giorni difficili quelli che sta attraversando il gruppo parlamentare del Movimento 5 stelle in Sicilia – aveva detto Tancredi -. Giorni difficili che hanno portato i nodi al pettine di un gruppo che non è più tale. Quando vengono meno i principi del dialogo, della solidarietà tra colleghi e del rispetto, valori che ci hanno guidato nel corso di otto lunghi anni, viene meno non solo lo spirito di un gruppo, ma anche il desiderio di farne parte, la voglia e i progetti per i quali si sta insieme. E non ci riferiamo semplicemente ad una palese diversità di intenti tra quelli del ‘no’ e quelli delle ‘idee buone’ che non sono né di destra né di sinistra”.
I problemi interni al Movimento Cinquestelle si sono tramutati in un vantaggio tangibile per maggioranza, fino ad oggi risicata, che in Parlamento sostiene Nello Musumeci. L’ultima legge approvata a Sala d’Ercole sulla sburocratizzazione infatti è stata approvata proprio grazie agli “scissionisti” pentastellati.
Tra le fuoriuscite clamorose dal M5s c’è quello di uno dei due vicepresidenti dell’Ars, Angela Foti, e il ricordo va alla legislatura precedente, quando un altro grillino, Antonio Venturino, nominato ad occupare la stessa poltrona della Foti, aveva deciso di abbandonare il movimento di Grillo, sempre tra le polemiche.
Una sfida difficile, dunque, quella che il Movimento Cinquestelle si trova a dover affrontare e da cui potrà uscire vincente solo facendo i conti con gli errori, certamente commessi (come è normale che accada) e con gli scenari, politico ed economico-sociale, nel frattempo profondamente mutati.
Anche i navigator nella bufera, Fi: “Fallita l’ideologia assistenzialista”
ROMA – Ci va giù duro Giorgio Mulé quando commenta i numeri su navigator e reddito di cittadinanza “che rendono evidente il naufragio assistenzialista del M5s”.
Secondo il deputato di Forza Italia e portavoce dei gruppi azzurri di Camera e Senato, “Il fallimento dell’ideologia assistenzialista targata Movimento 5 stelle è tutto nei numeri pubblicati da Repubblica su navigator e reddito di cittadinanza: 2.980 navigator assunti e mai entrati in azione, solo il 2% dei beneficiari del reddito di cittadinanza hanno trovato lavoro. Una disfatta annunciata da Forza Italia da due anni a questa parte, miliardi buttati in bonus, mance e assistenzialismo”.
“Sul lavoro – prosegue Mulé – valgono oggi ancora più di ieri le nostre proposte liberali che insieme ai diritti dei lavoratori consentono nuove assunzioni a cominciare da: superamento del decreto dignità, decontribuzione per chi assume, introduzione dei voucher in agricoltura, turismo e servizi alla persona”, conclude Mulé.
Una bocciatura senza se e senza ma che arriva da +Europa, attraverso le parole di Giordano Masini, coordinatore della segreteria del partito: “Dovevano trovare un lavoro agli altri, non sono serviti nemmeno a trovarlo per loro stessi: i navigator sono il simbolo più eclatante e sconfortante del fallimento delle politiche per il lavoro del Governo Conte, non importa se Conte 1 o Conte 2, dal momento che in questo sono indistinguibili”. “E non si può dire nemmeno che sia colpa del Covid, dato che a dicembre la situazione era esattamente la stessa. Le politiche per il lavoro in un paese in crisi di produttività, sono una cosa seria, certo non sono una cosa per Di Maio prima e Catalfo oggi. Conte tolga quel ministero al Movimento 5 Stelle e lo affidi a qualcuno con le idee più chiare, disposto a lavorare nell’interesse del Paese”, conclude Masini.
“Nuova puntata degli sprechi di soldi pubblici targati M5S: l’ha definita così il Presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni. “Non solo miliardi buttati per dare il reddito di cittadinanza a finti bisognosi, ma anche centinaia di milioni di euro buttati per gli inutili navigator inventati da Di Maio. .3000 persone senza specifiche competenze assunte a 27.000 euro l’anno con contratto a tempo determinato che dovrebbero trovare un lavoro a tempo indeterminato ai percettori di reddito di cittadinanza. Lo avevamo detto da subito che era una idiozia, ora i numeri certificano il fallimento”.
“La app (pagata milioni) – ha chiosato Meloni – non esiste ancora; quasi zero i posti di lavoro ottenuti grazie ai navigator, che a oggi di fatto sono pagati per non fare nulla (come i percettori di RdC, loro colleghi), ma alcuni hanno avuto anche la faccia tosta di chiedere (e ottenere) il bonus coronavirus da 600 euro. Quanto deve durare questo scandalo? Possibile che a nessuno venga il dubbio che tutto ciò possa configurare un danno erariale per lo Stato?”, conclude.
Cosa sta accadendo all’interno del M5s? Le battaglie simbolo come vitalizi, restituzione degli stipendi (che ha prodotto parecchie espulsioni o defezioni) e Rdc (la Corte dei conti certifica che solo il 2% dei percettori ha trovato lavoro) sembrano essere state perse. Per non parlare del “nodo” leadership ancora tutto da sciogliere?
“In merito alle nostre battaglie perse il discorso non è proprio così perchè la restituzione degli stipendi continua ad essere fatta e così come abbiamo detto durante le campagne elettorali . è ovvio che chi non si allinea, viene espulso. Per la precisione in Sicilia abbiamo restituito fino ad oggi 5.400 euro circa, a livello nazionale sono stati restituiti 106 milioni di euro, 26 milioni di euro sono stati destinati al microcredito per le imprese, abbiamo finanziato circa 6 mila attività che hanno generato circa 14.000 posti di lavoro. Abbiamo davvero creato dei risultati. Purtroppo c’è chi ad un certo punto, per vari motivi decide di non restituire nulla, ma il Movimento su questo è decisamente risoluto. In merito ai risultati del Reddito di cittadinanza, ha dato respiro a molte famiglie. Il Reddito di cittadinanza viene erogato su indicazione dei Centri per l’Impiego, il cui funzionamento è stato strutturato da chi ha governato prima di noi. Bisogna, nel momento in cui arriva il reddito che il sistema si attivi per funzionare nel tempo. Di fatto abbiamo avuto dei risultati positivi. Immagini se non ci fosse stato il reddito di cittadinanza nel periodo del Covid 19.Hanno trovato lavoro 40.000 italiani nell’arco di un anno e di questi quasi la metà risiede al Sud. Il sistema deve migliorare ma lo dobbiamo fare con una misura adeguata ad un sistema che esiste già. Sulla leadership in Sicilia devo dire che indubbiamente Cancelleri era un riferimento per il Movimento in Sicilia. Non pensiamo debba identificarsi una figura sostitutiva a Cancelleri perché il Movimento agisce sempre in clima di collegialità decisionale, non riteniamo quello della leadership un nodo da sciogliere. Anche perché non ragioniamo come gli altri partiti”.
Il Ddl sburocratizzazione è passato all’Ars grazie ai voti di Foti e compagni. Volendo fare un po’ di sarcasmo possiamo dire che Musumeci ha finalmente una maggioranza…grazie all’opposizione. Cosa ne pensa?
“C’è una frase di Roberto Casaleggio che mi è sempre rimasta in mente in questi anni e a cui penso sempre quando succedono queste cose: “Chi lascia il Movimento è perché non è mai stato nel Movimento”, i patti si rispettano e si portano avanti nel rispetto dell’elettorato. Questi deputati che si sono allontanati dal Movimento Cinquestelle non li chiamiamo opposizione ma una stampella della maggioranza”.
Faccia un’autocritica: c’è qualcosa che il M5s ha sbagliato? C’è qualche errore che a Suo avviso è stato commesso?
“Il Movimento Cinquestelle è il partito più giovane tra tutti, a fronte per esempio della Lega che invece è uno dei partiti più vecchi. Siamo giovani, siamo entrati nelle istituzioni in poco tempo, posso pensare che nel tempo potremo organizzarci meglio. Gli altri sono già strutturati perché esistono da tantissimi anni. In questo senso vedo quello che potrebbe essere un miglioramento. Per il resto non ci rimproveriamo nulla a livello di obiettivi e di contenuti perché tutte le nostre azioni sono state fatte nell’interesse dei cittadini”.