Catania

Crollo soffitto al Tribunale di Catania, rischi segnalati nove mesi fa – FOTO

Al Tribunale di Catania nessuno si è fatto male. Ma che ci fosse un concreto rischio per l’incolumità del personale era cosa nota, tanto che il presidente della Corte d’appello, Filippo Pennisi, aveva scritto al Ministero della Giustizia lo scorso febbraio per chiedere interventi urgenti al tetto dell’imponente struttura.

E ancora prima, all’interno della relazione che ha aperto l’anno giudiziario, si menzionavano le “copiose infiltrazioni di acqua piovana” che avevano ulteriormente peggiorato le condizioni dell’edificio.

Il crollo del soffitto al Tribunale di Catania

Nove mesi e non un operaio si è visto all’opera. Il caso ha fortunatamente voluto che il crollo del soffitto, nell’ufficio del Gip al terzo piano del Tribunale, avvenisse la notte tra martedì 18 e mercoledì 19 ottobre, quando ormai nel Palazzo di piazza Verga non c’era più nessuno. “Stamane è stato effettuato un nuovo e più accurato sopralluogo da parte dei vigili del fuoco e di un funzionario tecnico del Ministero della Giustizia prontamente accorso”, spiega al Quotidiano di Sicilia il presidente Pennisi. “La situazione è sembrata meno grave di quanto si temeva ieri”.

Il giorno dopo…

“Alcune aree del terzo piano continueranno a essere inibite all’accesso, altre potranno essere nuovamente utilizzate, previe le necessarie verifiche tecniche, che saranno effettuate nei prossimi giorni. È comunque l’occasione, per fortuna verificatasi senza conseguenze per le persone, per risolvere definitivamente il problema dell’impermeabilizzazione del tetto del Palazzo di Giustizia, segnalato da anni e, da ultimo, nello scorso mese di febbraio”.

Il punto sul Palazzo di Giustizia di viale Africa

Un Palazzo che cade a pezzi e che avrebbe bisogno di una ristrutturazione profonda. Due anni fa fece scalpore il distacco di una lastra di marmo che ferì al piede l’avvocato Giulia Bongiorno, intervenuta come difensore di Matteo Salvini all’udienza preliminare sul caso Gregoretti.

Nemmeno quell’episodio servì a scuotere più di tanto il Ministero, allora guidato da Alfonso Bonafede. “L’edificio viene monitorato continuamente da parte del responsabile per la sicurezza – ci tiene però ad osservare il presidente Pennisi – I lavori strutturali, pur segnalati, non si sono potuti fare fino ad oggi per l’impossibilità di sospendere le indispensabili attività di servizio pubblico. La ristrutturazione totale sarà possibile quando finalmente la realizzazione del Palazzo di Giustizia di viale Africa sarà completata. Mi sono battuto perché questo avvenisse e abbiamo inaugurato il cantiere ad agosto. Ho notizia che sono iniziati gli scavi, confido che questa nuova struttura possa vedere la luce nei due anni contrattualmente stabiliti”. C’è però intanto da mettere in sicurezza l’edificio di piazza Verga. “Il ministero della Giustizia – aggiunge il presidente della Corte d’appello – ha assicurato la totale disponibilità sia gestionale che economica degli interventi”.

“Stiamo aspettando il cronoprogramma che in queste ore sta predisponendo l’ingegnere inviatoci da Roma. Siamo stati fortunati e questa fortuna non la dobbiamo sfidare una seconda volta. Questa è l’occasione per risolvere definitivamente il problema”, conclude Pennisi.