Pezzi di Pizzo

Cronaca di una morte annunciata

Don, don, don suonano le campane del Venerdì Santo. I basolati si riempiono di confraternite, le spalle dei penitenti sorreggono Addolorate e Cristi in Croce.

In questa Pasqua di guerra e pandemia un’altra creatura ha esalato l’ultimo respiro. Era fin dall’inizio di questa legislatura una specie di ircocervo, ed oggi tutti i nodi sono venuti al pettine delle elezioni. Il centrodestra è morto all’ultima cena del Vinitaly.

Le campane dei comunicati scandiscono la via Crucis della politica regionale, ci sono le prefiche che esaltano il governo morto ed i capannelli dei deputati che piangono l’anticipazione di una campagna elettorale che sembra una corona di spine.

Tra poco ci sarà chi si giocherà ai dadi le spoglie rappresentate dalle elezioni amministrative di Palermo e Messina.

Non era nata bene quest’avventura, tra forzature antropologiche e tradimenti di patti all’interno dei partiti. La legislatura nazionale e le sorti variabili di governo, i rapporti di forza interni hanno lasciato la barca Sicilia in balia delle onde.

Senza un chiaro ancoraggio nazionale i partiti locali del centrodestra si sono frantumati nei loro rapporti. Più di una volta ci sono state minacce di dimissioni, poi rientrate, senza risolvere i problemi di fondo. Ormai nessuno si fida più dell’altro.

Era la cronaca di una morte annunciata e la settimana della Passione era il proscenio naturale di un’isola che esalta da sempre la morte nei suoi aspetti più drammatici. Pablo forse è vivo ma il governo Musumeci è morto. Certo, ci potrebbe essere un’improvvisa Resurrezione se ci fosse un Dio del centrodestra, ma la Madonna in ascesa è in altro affaccendata e Berlusconi ha troppi figli a cui pensare.

La notte del Venerdì Santo sta finendo ed il Sabato solitamente gravita di silenzio.

Così è se vi pare.