Da giornalista ed attrice hard, un cambiamento di vita importante e, sicuramente, inconsueto. E’ ciò che ha fatto la napoletana Mariagiovanna Ferrante, che improvvisamente ha deciso di cambiare lavoro e diventare “Mary Rider”, star a luci rosse.
“Guadagnavo poco – ha rivelato la Ferrante al Corriere del Mezzogiorno – la svolta della mia carriera è stata l’incontro con Rocco Siffredi: nel 2014 affrontai con lui la mia prima esperienza professionale. E pensare che qualche mese prima stavo alla scrivania a scrivere articoli: da quel momento in poi ho girato più di 500 video”.
Mariagiovanna Ferrante, giornalista professionista originaria di Pagani, ha lavorato a “La Stampa” e all’Ansa. Tra le sue inchieste più importanti, quella relativa all’emergenza rifiuti in Campania.
“Mi piaceva e mi piace tuttora scrivere e iniziai la pratica – racconta – e uno dei miei maestri fu Goffredo Locatelli, scomparso un anno fa. Dirigeva una rivista di Scafati, Albatros, con cui cominciai a collaborare. Successivamente passai all’Ansa di Napoli come stagista e a “La Stampa”: nel 2008 mi sposo e mi trasferisco a Torino con mio marito”.
Proprio a Torino, dove inizialmente iniziò a lavorare in vari uffici stampa, la Ferrante scoprì i locali per scambisti con il marito, accorgendosi per la prima volta del mondo hard
“Nel 2012 comincio a frequentare con il mio partner i club privée, un percorso privato di coppia che mi fa molto bene. Imparo a utilizzare i tacchi, da giornalista vestivo sempre casual, e a indossare completini sexy”.
Il passo successivo? Prima scambista, poi pornostar imprenditrice di se stessa a Torino. La sua è una fiorente attività di servizi erotici per adulti. Non manca nulla: dalla casa di produzione video Spicylab al sexyshop.
“Ero una precaria e nel momento in cui sei pagata a cottimo ti retribuiscono solo quello che produci. Le mie proposte erano inchieste, approfondimenti e spesso non venivano neanche ascoltate. Così un po’ alla volta ho iniziato ad allontanarmi dal mondo del giornalismo. Anche se tornerei a fare la giornalista, ma anche il presidente della Repubblica o il ministro delle Pari Opportunità”.