PALERMO – Il caldo record non si è fatto attendere neanche quest’estate, con temperature da bollettino rosso non solo in Italia ma anche in Spagna, Regno Unito e Francia dove il termometro ha toccato la soglia dei 40 gradi centigradi e centinaia di ettari di boschi sono andati in fumo.
Nel frattempo, mentre campi e città bruciano, l’Artide perde pezzi e il manto nevoso delle zone montane si sta sciogliendo. Per non andare troppo lontano nel tempo, lo scorso 3 luglio l’inaspettata valanga verificatasi sulla Marmolada ha causato danni e numerose vittime. Stando alle analisi degli esperti, si è trattato di un fenomeno che va ricondotto diverse concause: la scarsa nevosità che ha caratterizzato l’inverno appena trascorso, ma, soprattutto, il manto nevoso a causa del rapido aumento delle temperature, già in maggio, ha subito una velocissima riduzione. Così repentina da non poter prevedere il distacco improvviso di pezzi di ghiaccio, talmente “caldo” da scomporsi senza prima attendere il normale scioglimento.
Un’ondata di calore anomala, proprio mentre la guerra russo-ucraina imperversa e i paesi Ue sono stati costretti ad accrescere la domanda di carbon fossile per ovviare alla dipendenza dal gas russo. Gli accordi di Parigi, dunque, sembrano allontanarsi ancora di qualche miglio a discapito di un pianeta che ci denuncia la sua insofferenza all’inquinamento con gli effetti del ben noto cambiamento climatico.
Ne sa qualcosa la Sicilia che, proprio in questi giorni, è vittima dell’afa e di temperature intorno ai 40 gradi, specie nelle aree interne. Non si salva neanche il Mar Mediterraneo… CONTINUA LA LETTURA. QUESTO CONTENUTO È RISERVATO AGLI ABBONATI